«Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi, come amare o sognare», scrive Daniel Pennac in Come un romanzo. L’Università Cattolica, in occasione della Giornata nazionale per la promozione della lettura, ha dedicato un pomeriggio al gusto di leggere in libertà. Leggere per condividere, per scoprire che storia c’è dietro a un volume, per ritrovare il piacere di un libro che non sia il Manuale di Diritto Civile da studiare per un esame. È stato questo, e molto altro, il 23 maggio, il bookcrossing promosso dalla Biblioteca d’Ateneo e da Educatt: “liberare” i libri in certi punti dell’Università, per permettere a chiunque di leggerli. Ogni opera ha un codice che, inserito sul sito www.bookcrossing-italy.com , ci fa scoprire la storia di quel preciso volume.
«Potete prendere un libro, leggerlo in barca e lasciarlo a Stoccolma – spiega Roberto Cicala, docente di Editoria libraria – là lo prenderà qualcuno e lo riconsegnerà chissà dove, magari a Mosca. Ogni libro potrà avere una sua storia, un suo viaggio. Per scoprirlo, basta mettere il codice sul sito». Il bookcrossing, avviato grazie alle generose donazioni degli editori (la lista completa è consultabile su www.educatt.it/bookcrossing ), funziona grazie a quei lettori che, incantati da un romanzo o da un saggio, vogliono che anche altri lo leggano. «Il bookcrossing, alla fine, segue le dinamiche dell’editoria: capire un libro per promuoverlo, farlo circolare», continua Cicala. Proprio seguendo questo desiderio di condividere il fascino della letteratura e di ciò che vi sta dietro, il Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica, coordinato dal professore-editore, ha pubblicato Narrami o libro, un’antologia in cui i grandi autori, quelli che hanno fatto la storia, raccontano cosa c’è dietro il loro lavoro. Metaletteratura, o meglio, “metaeditoria”.
«Nel mare dei libri, quanti romanzi hanno per protagonista il mondo dell’editoria?», recita la prefazione. Narrami o libro si propone proprio di scoprirlo: «Il libro racconta se stesso». Lettura, ma soprattutto libertà di leggere. Emblema di questa concezione, lo scrittore svedese che si è ribellato ai gialli di moda, docente di Letteratura francese, che ha vissuto in barca per sei anni, senza cellulare e senza internet: Björn Larsson. «Avevo un cappio attorno al collo, ma le spalle le ho avute sempre libere», dice il pirata de La vera storia del pirata Long John Silver dell’autore scandinavo (Iperborea, 1998). «Abbiamo bisogno di variazione, di ricchezza di temi e di stili. Leggere ciò che leggono tutti è un impoverimento», questo l’invito dello scrittore ai giovani della Cattolica. In Narrami o libro si legge un estratto di I poeti morti non scrivono gialli (sottotitolo: Una specie di giallo), l’ultimo lavoro di Larsson, in cui uno dei protagonisti è un commissario atipico: ha un’incredibile passione per i versi. «La poesia non è finzione, non è immaginare la realtà, ma significa osservarla, trovare le zone un po’ nascoste e esprimerle agli altri – commenta Larsson – È la verità, ma non quella legata all’attualità. È la verità eterna. Il romanzo, invece, è il tempo che cambia, una storia che si sviluppa cronologicamente. È difficile far convivere poesia e prosa nello stesso libro. È stata la mia sfida».