Per chi vuole smettere di fumare, ma non riesce a farlo da solo, è a disposizione presso il Day Hospital di Psichiatria Clinica del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma un nuovo servizio per la cura e la disintossicazione dal tabacco. È l’ambulatorio per il trattamento riabilitativo per il tabagismo (ubicato al piano -1 del Gemelli) che arricchisce l’offerta dell’Unità operativa del Day Hospital, diretta dal professor Pietro Bria, dove si curano molte forme di dipendenza: da alcol e droghe, gioco d’azzardo e, più di recente, internet. Per i programmi di riabilitazione gli psichiatri del Gemelli si avvalgono della collaborazione degli psicologi dell’Associazione “La Promessa”. «Se si è fortemente motivati si può smettere di fumare – garantisce lo psichiatra Luigi Janiri, coordinatore e responsabile dell’ambulatorio. Tutti sono a conoscenza dei rischi e dei danni del fumo di sigarette. Grazie all’aiuto degli specialisti psichiatri e psicologi si potrà uscire dal tunnel della dipendenza da tabacco».
L’ambulatorio per il trattamento riabilitativo contro la dipendenza da tabacco, cui si accede mediante il pagamento del solo ticket, è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30. Per accedere alla prima visita occorre prenotare telefonicamente, contattando i numeri 06 30154332-4122. Il primo passo del percorso di riabilitazione prevede un colloquio di valutazione e di motivazione del paziente, effettuato da un team di psichiatri e psicologi del Gemelli e dell’Associazione “La Promessa”, che serve a determinare, analizzare e affrontare le cause che hanno determinato e che mantengono la dipendenza, cui segue il trattamento in day hospital finalizzato all’astensione dal fumo di sigaretta.
Il progetto riabilitativo distingue due diversi ambienti terapeutici. Uno rivolto a fumatori incalliti, persone di una certa età, ben consapevoli dei rischi che corrono e della difficoltà a contenere o eliminare un’abitudine da loro stessi criticata; l’altro specificamente rivolto a quei giovani che un po’ fumano, un po’ bevono, un po’ usano sostanze psicoattive o hanno comportamenti asociali e abusi saltuari, ma sono ai margini della dipendenza. È prevista anche un’attività di consulenza e di supporto per le famiglie.
Tabagismo: i numeri del problema. In Italia nel 2009 si è registrato un aumento dei fumatori rispetto al 2005, con una crescita marcata tra le donne e le fasce giovanili della popolazione (Indagine Doxa-ISS 2009 dell’OSSFAD - Osservatorio Fumo Alcol e Droga). Si stima che in Italia oggi i fumatori siano 13 milioni (7,1 milioni di uomini e 5,9 milioni di donne). La fascia d’età in cui si registra la prevalenza maggiore di fumatori è quella dei 25-44 anni (32,1%), mentre per i giovani tra i 15-24 anni la percentuale è della stessa entità di quella degli adulti di 45-64 anni, rispettivamente 29% e 29,3%.
Il fenomeno della crescita del numero dei fumatori è dovuto principalmente a due aspetti: all’aumento dei giovani fumatori e alla diminuzione degli ex fumatori. Infatti, coloro che avevano smesso di fumare, oggi hanno ripreso in mano la sigaretta; si è passati dal 18,4% del 2008 al 14,6% del 2009 (-3,8 punti percentuali). «Questo dato - continua lo psichiatra del Gemelli Luigi Janiri - si spiega con la falsa credenza che si possa smettere da soli in qualunque momento». È realistico che molte persone riescano a smettere di fumare senza l’aiuto di specialisti, ma il rischio che si corre è proprio la ricaduta, anche dopo lunghi periodi di astinenza.
Principalmente perché si tratta di una vera e propria dipendenza patologica, legata ad aspetti psicologici e neurobiologici connessi tra loro; come in tutte le dipendenze, la nicotina favorisce il rilascio nel cervello di dopamina, sostanza capace di indurre un senso di aumentato benessere psico-fisico. Il tabagismo non è una dipendenza di “serie B”, ma ha tutte le caratteristiche di una dipendenza patologica in quanto la nicotina modifica la nostra struttura cerebrale, la sua assenza crea crisi di astinenza, modifica il nostro umore e comportamento e il fumo di tabacco crea ingenti danni alla nostra salute. «Per questi motivi - conclude Janiri - è auspicabile che i tabagisti motivati a smettere di fumare abbiano un supporto specialistico che possa sostenerli nel loro percorso di astensione».