È stata presentata lo scorso 22 aprile, nella locale Camera di Commercio, l'edizione 2013 dell'Osservatorio del Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale (Cersi) dell'Università Cattolica, dedicato all'imprenditorialità in provincia di Cremona. Nell'ambito del convegno intitolato Crescere in Italia e all'estero. La sfida per l'industria cremonese, dopo l'introduzione della direttrice del centro Donatella Depperu, la referente Alessandra Todisco ha illustrato i principali risultati emersi dall'analisi dei bilanci di 246 tra le maggiori imprese manifatturiere del territorio nel periodo 2007-2011.
Questa edizione è stata inoltre arricchita da circa quaranta questionari compilati da un sottocampione di imprese, la cui rielaborazione ha permesso di stimare l'andamento della manifattura cremonese nel 2012 e di formulare ipotesi circa le sue performance nel 2013. È emerso che, a essere penalizzate, specie sotto il profilo reddituale, sono state le imprese meno propense a esportare i propri prodotti oltre i confini nazionali. L'analisi ha inoltre confermato il primato dei settori alimentare, meccanico e metallurgico in provincia di Cremona, sia in termini di numerosità delle imprese che di ricavi aggregati. Il questionario ha dimostrato l'usuale andamento anticiclico del primo (aumento del fatturato aggregato del +4,0% tra il 2011 e il 2012). La meccanica, dal canto suo, ha fatto registrare, tra tutti i settori rappresentati nel sottocampione, la maggior crescita dei ricavi nel 2012 rispetto all'anno precedente (+10,5%).
Ogni entusiasmo è però superfluo, puntualizza Fabio Antoldi, condirettore del centro di ricerca, perché a cinque anni dall'esplosione della crisi si è ancora significativamente lontani dai livelli che si registravano prima del suo inizio. Questo ritardo risulta evidente se, anziché i ricavi aggregati per settore, si considera la redditività della maggior parte delle aziende indagate nell'Osservatorio. A questo proposito, il 2012 sembrerebbe essere stato caratterizzato da un'inversione della tendenza alla crescita riscontrata nel 2011, precisa ancora Antoldi. Che la riduzione della redditività aziendale preoccupi seriamente le imprese lo confermano anche le previsioni che il sottocampione ha formulato circa l'evoluzione dei propri affari nel corso del 2013. Il discorso sulla marginalità delle imprese si salda a quello circa la loro propensione ad andare all'estero. «Chi è riuscito a internazionalizzarsi - conferma infatti Antoldi - ha saputo affrontare meglio la crisi perché, dovendo conquistare nuovi mercati, ha alzato l'asticella della propria competitività, realizzando prodotti migliori».
I quattro imprenditori cremonesi intervenuti alla successiva tavola rotonda hanno avvalorato, con le loro testimonianze, questa tesi, sottolineando l'importanza di selezionare e cercare proattivamente i clienti, "inseguendoli" anche all'estero, di credere con fermezza nel proprio progetto e di investire costantemente, non solo in nuove tecnologie, ma anche in capitale umano qualificato. Si tratta di Landoll - sede a Ricengo, specializzata nella produzione di articoli per la cura dei capelli, 5,8 milioni di euro di ricavi nel 2011 -; MA/AG di Casalbuttano, produttrice di macchine agricole all'avanguardia le cui vendite hanno fruttato circa 5 milioni di euro di ricavi nello stesso anno; Barbieri Srl, che a Scandolara Ravara confeziona nastri trasportatori per prodotti delicati come le uova e il cui fatturato ha toccato quota 10 milioni nel 2011; e la piadenese Impea Srl, quasi 11 milioni di euro di ricavi nel 2011 ottenuti svolgendo lavori di carpenteria leggera molto specializzati per grandi produttori di macchine per movimentazione a terra.