Un tempo era il negozio sotto casa. A venticinque anni dalla nascita del World Wide Web, è la Rete uno dei maggiori canali di riferimento per lo shopping. Sono in aumento i consumatori che utilizzano l’online per ricercare offerte, costi e valutazioni sui prodotti che intendono acquistare. «Il web non è più una nicchia, è diventato il new normal. L’era digitale ha modificato radicalmente il percorso decisionale del cliente, che utilizza le nuove tecnologie per avere un ruolo sempre più attivo e personalizzato nella ricerca e nella selezione di ciò di cui ha bisogno», sostiene Alessandra Domizi, Industry Manager di Google Italia, intervenuta al workshop La redditività dei servizi di pagamento, promosso dal Cetif lo scorso 12 marzo in Università Cattolica.
Con l’avvento di Internet, per dirla con il linguaggio del marketing, siamo passati dall’era del First Moment of Truth - teorizzato nel 2005 dalla Procter & Gamble per indicare il lasso di tempo in cui il consumatore effettua la scelta del prodotto - a quella dello Zero Moment of Truth (Zmot). Si tratta del grado precedente al contatto con il prodotto, in cui il cliente, per necessità o stimolo, inizia a ricercare informazioni, comparando i prezzi e leggendo le recensioni, prima di recarsi in negozio, reale o virtuale che sia. Punto di partenza dello Zmot è ovviamente Google, il motore di ricerca di gran lunga più utilizzato nel mondo. «Oggi lo scaffale virtuale si è ampliato in modo potenzialmente infinito - prosegue Domizi - e la rete influenza in maniera determinante le vendite nei negozi. Questo fenomeno, chiamato Ropo (Research Online, Purchase Offline), è in progressiva espansione». Secondo gli ultimi dati Google il 65% dei libri, il 70% dei Cd e il 79% degli elettrodomestici acquistati nel mondo sono stati anticipati da una ricerca su Internet.
Ma nel processo decisionale pre-acquisto ormai è lo smartphone a giocare un ruolo decisivo. Compagno inseparabile, si è trasformato in un personal shopping assistant in grado di soddisfare in pochi secondi ogni nostro quesito. Nel nostro Paese il 15% di coloro che possiede uno smartphone lo usa per acquistare prodotti o servizi e il 27%, secondo solo agli svedesi, lo utilizza per ricerche finalizzate a interessi di acquisto. «Il mobile è sempre più un ponte tra il mondo fisico e digitale - sostiene Domizi - . Le persone, quando vedono un articolo a cui sono interessate in un negozio o in una vetrina, sono portate a “googlarlo” sul proprio telefono per saperne di più».
Secondo le statistiche il 92% degli italiani ricerca informazioni locali sul cellulare e di questi l’84% ha compiuto un’azione in seguito a questa ricerca, come una visita al negozio o un acquisto. Un fenomeno destinato a crescere in maniera esponenziale. Il che la dice lunga sul fatto che il percorso di acquisto sia divenuto un’azione complessa e multicanale, poiché s’intreccia in maniera trasversale con vari device. «La vera sfida dei retailer e delle imprese - osserva la manager di Google - è farsi spazio tra il gigantesco ventaglio di possibilità che offre la rete, sfruttando appieno le sue potenzialità con App, presenza sui social e siti internet accattivanti, responsive, che si adattano cioè al formato di pc, tablet e mobile, offrendo spiegazioni esaustive della propria offerta e una totale flessibilità delle modalità di pagamento».
Al workshop è intervenuto anche Federico Zambelli Hosmer, dirigente di Paypal Italia. Nata nel 1998 sul web e acquistato nel 2002 su eBay, Paypal è una società che offre servizi di pagamento online e di trasferimento di denaro tramite Internet. Conta oltre 140 milioni di utenti attivi nel mondo, tre dei quali in Italia. Un successo che Zambelli Hosmer attribuisce alla sicurezza, alla velocità e alla semplicità, requisiti necessari se si vuole effettuare in Italia il passaggio al pagamento digitale. «La gente si aspetta che la tecnologia le semplifichi la vita, anche quando acquista - dice Zambelli Hosmer - . Il futuro è rappresentato dal Digital Wallet, un ambiente virtuale raggiungibile da telefono, pc e tablet, grazie al quale i pagamenti si potranno effettuare scrivendo i propri dati. Con il tempo sistemi come questo soppianteranno le modalità di acquisto tradizionali». Anche sull’utilizzo dello smartphone negli scambi di denaro e nella gestione delle transazioni economiche, Zambelli Hosmer non ha dubbi: «Quando pochi anni fa creammo l’App di Paypal non pensavamo che la gente, soprattutto in Italia, fosse pronta a fare acquisti tramite cellulare. E invece la nostra si è rivelata un’intuizione di successo».