Con il trascorrere del tempo, la Caritas in Veritate si conferma un documento di portata così universale da continuare a generare, in ogni campo della vita personale e sociale di tanti uomini e donne del nostro tempo riflessioni, prese di coscienza e, talvolta, coerenti assunzioni di responsabilità. In un certo senso, si può dire che l’ultima enciclica di Benedetto XVI non risparmia nessuno, come testimonia il lavoro, portato avanti da business men, professori universitari ed esperti in materia, presentato il 12 dicembre nella sede dell’Alta Scuola in Economia e Relazioni internazionali (Aseri) da Michael Naughton, direttore del John A. Ryan Institute for Catholic Social Thought e professore all'University of St. Thomas in St. Paul in Minnesota, Usa.
«La missione della Chiesa è quella di portare il Vangelo in ogni ambito dell'esistenza umana» comincia Naughton, ricordando che il documento The Vocation of the Business Leader si propone come tentativo di comprendere cosa può insegnare la lettera pastorale di Benedetto XVI a uomini che vivono in un mondo fin troppe volte considerato contrario ai princìpi cattolici come quello della finanza. È per questo motivo che business può essere sinonimo di vocazione, che significa essere scelti: «Tutto ciò può avvenire solo se si ha al cuore del proprio lavoro il senso della chiamata di Dio, sentendosi collaboratori nella creazione».
La riflessione del professor Naughton si é soffermata su alcuni punti quali il vedere, il giudicare e l'agire. «Per giudicare il proprio lavoro bisognerebbe chiedersi, nel mondo d'affari, se si tratta di un servizio alla società, qual è la dignità del lavoro e se si tratta di un'opera che porta avanti un'idea di sussidiarietà» afferma, considerando l'enciclica papale come uno tra i primi documenti che tenta di spiegare il metodo sussidiario dal punto di vista del business. Ma anche l'agire deve essere in funzione di un'idea più nobile: «La prima azione è ricevere ciò che Dio ha preparato per noi». Senza di questo il lavoro si svuota di ogni suo significato e perde la possibilità di divenire strumento di verifica della fede personale.
L'incontro, organizzato dal Centro di Ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa, in collaborazione con l’Aseri e il dipartimento di Scienze dell'economia e della gestione aziendale, si é concluso con la lettura di una meditazione del Beato John Henry Newman che riassume lo spirito con il quale é stato scritto il documento in questione: «Dio mi ha creato per rendergli un determinato servizio. Mi ha affidato un’opera che non ha affidato a un’altra persona. Io ho la mia missione». Una missione che ci coinvolge tutti.