Per tre giorni l’Università Cattolica si è trasformata nel più importante crocevia europeo per gli studiosi di cinema, di televisione e di media: l’annuale convegno di Necs, l’European Network for Cinema and Media Studies, intitolato “Creative Energies » Creative Industries” e dedicato alle complesse interazioni tra la creatività e i mezzi di comunicazione, ha infatti portato a Milano, dal 19 al 21 giugno, una varietà di approcci e di punti di vista, a rappresentare lo stato dell’arte della riflessione contemporanea su questi temi sempre più cruciali, anche in vista dell’ormai imminente Expo 2015.
A confermarlo bastano i numeri. In tre giorni si sono concentrate più di 400 presentazioni, raccolte in 120 panel, su un’ampia varietà di temi e discipline: dal cinema muto ai blockbuster americani, dalle serie televisive ai videogiochi, dalle strategie produttive alle pratiche fruitive degli spettatori, dalle tecnologie al marketing, dal documentario alla videoarte, dalle neuroscienze all’estetica e all’economia. Nella sede di sant’Agnese, gli oltre 450 relatori – in buona parte europei, con prevalenza di studiosi da università britanniche (95), italiane (74) e tedesche (52), ma con un’ottima partecipazione dagli Stati Uniti (34) e con presenze persino dall’India, dalla Cina, dal Giappone, dall’Australia o dal Brasile – e gli altri 180 partecipanti in qualità di uditore hanno così animato i numerosi momenti di discussione e confronto. I molti gruppi di lavoro (su temi come i festival cinematografici, i fan, le arti visive, le industrie mediali, i nuovi media, la memoria culturale, il suono) e i workshop dedicati alle pubblicazioni accademiche o all’insegnamento di cultura visuale hanno poi costellato il programma, radunando gli studiosi interessati, tracciando percorsi coerenti tra le discussioni e lanciando progetti e occasioni di ulteriore ricerca.
Gli spazi dell’Aula Magna, nella sede centrale dell’Università, sono stati uno splendido sfondo per le tre keynote lectures, lezioni plenarie tenute da studiosi internazionali di chiara fama. Il 19 giugno, dopo i saluti istituzionali, Raymond Bellour - teorico del cinema, direttore di ricerca presso il Centre National de Recherches Scientifiques (Cnrs) di Parigi - ha chiuso i lavori del primo giorno con un intervento sul rapporto tra il cinema e le altre forme di immagine in movimento, soffermandosi in particolare sul mutato statuto del cinema dopo la comparsa dell’immagine elettronica e poi del digitale; il cinema si è trovato infatti a ridefinire non soltanto la propria estetica ma la sua natura di dispositivo e il suo ruolo sociale, come acutamente dimostrato, a partire dagli anni Novanta, dagli esperimenti della videoarte.
Il 20 giugno è stata la volta di Jason Mittell - professore di Film & Media Culture e di American Studies presso il Middlebury College in Vermont (Usa) -, che ha offerto un’affascinante analisi sul ruolo e sulle molteplici funzioni dell’autorialità nelle narrazioni televisive seriali, principale emblema di una televisione che si fa sempre più complessa e sfaccettata. L’autore televisivo è insieme il responsabile della gestione di una macchina produttiva complessa, ma anche un brand, una figura pubblica che aiuta la circolazione discorsiva del testo e, ancora, un’entità potente che lo spettatore percepisce come il garante della serie e l’ultimo decisore per ogni scelta narrativa e stilistica.
Infine, il 21 giugno Janet Wasko - professore in Communication Research presso l’University of Oregon, a Eugene - ha portato al convegno un punto di vista economico, presentando una relazione ricca di esempi e suggestioni sulla Walt Disney Company e su come la corporation stia incidendo fortemente sull’idea di creatività, termine al cuore della storia e dei valori dell’azienda ma pure volano per una progressiva mercificazione. Disney ha inscritto nel suo marchio il concetto di creatività, ma contribuisce anche a renderlo un oggetto vendibile in mille modi, dal merchandising ai film, dalle piattaforme digitali ai corsi di formazione.
Grande successo hanno poi avuto anche alcuni eventi collaterali, che spesso hanno portato i temi del convegno al di fuori dell’Università. Il Museo interattivo del Cinema – Mic di viale Fulvio Testi ha ospitato, la sera del 19 giugno, la proiezione di due capolavori del cinema muto italiano - Avventure straordinarissime di Saturnino Farandola (1913) e Amor pedestre (1914), entrambi diretti da Marcel Fabre - accompagnati dal vivo per l’occasione dai suoni della Bublitschki Band. A chiusura del convegno, il 21 giugno, invece, presso la Fondazione Catella di via G. De Castillia, il pubblico internazionale del convegno ha potuto assistere ai primi due episodi di Gomorra. La serie, introdotti dall’head writer Stefano Bises, che ha spiegato nel dettaglio il processo creativo che dal romanzo e dal film ha portato alla serie, così come le varie difficoltà nella costruzione dei personaggi, degli ambienti e dell’intreccio. La proiezione ha quindi lasciato spazio alla festa conclusiva, mentre i saluti finali di Ruggero Eugeni, anche a nome del resto del comitato locale (Alice Cati, Adriano D’Aloia, Mariagrazia Fanchi, Massimo Locatelli, Francesco Pitassio, Massimo Scaglioni) e di tutta l’organizzazione, hanno sottolineato l’importante ruolo dell’Università Cattolica e la riuscita del convegno internazionale Necs, prima di dare appuntamento, per la prossima edizione, all’Università di Łódź, in Polonia.