«Sono stati i bambini di strada a insegnarmi il lavoro sociale. Molti di loro poi sono diventati i miei migliori operatori una volta che, usciti dal tunnel dell’abbandono, hanno deciso di dedicarsi ai loro piccoli amici rimasti in strada». La dimensione del riscatto sociale e umano dei bambini di strada di Bucarest è stata al centro della relazione che padre Georg Sporschill ha tenuto all’Università Cattolica lo scorso 23 ottobre. Invitato dalle professoresse Cristina Castelli e Gabriella Gilli, il gesuita 68enne ha tenuto una lezione-conferenza agli oltre 250 studenti del primo anno della facoltà di Scienze della formazione.
Padre Georg ha lavorato dal 1991 al 2011 con i bambini di strada nella capitale della Romania ed è oggi impegnato, con il suo gruppo di volontari, con i rom stanziali della Transilvania, non lontano da Sibiu. Una vita missionaria in mezzo ai poveri, che ha suscitato un grande interesse nei giovanissimi e futuri operatori nel campo sociale. Numerose le domande degli studenti, alcune delle quali hanno toccato le dinamiche della fede.
Le risposte, tradotte dal tedesco da Federica Radice, hanno messo in luce come sia essenziale nel lavoro sociale la dimensione del “cuore” e delle “orecchie”. L’ascolto empatico, la capacità di percepire e interpretare le domande che vengono dai piccoli abbandonati per cercare di arrivare a dare risposte utili in termini di azioni concrete da mettere in atto, la pazienza come risorsa fondamentale dell’operatore per far crescere i bambini sono state al centro delle risposte date da padre Sporschill.
È emersa la grande umiltà e capacità di ascolto di questo gesuita, che è stato anche grande amico del cardinal Carlo Maria Martini, in cui ha riconosciuto lo stesso atteggiamento volto ad affermare sempre la dignità dell’interlocutore, a prescindere dalla posizione religiosa o ideologica. Infine, un riconoscimento alle donne, come straordinarie interpreti del lavoro sociale grazie alla loro dolcezza, l’unica arma capace di disarmare la violenza di chi vive nel disagio.
La storia e il metodo pedagogico di padre Sporschill sono stati raccontati nel libro di Stefano Stimamiglio “Chi salva una vita salva il mondo intero” (San Paolo).
MILANO
Padre Sporschill e le periferie esistenziali di Bucarest
Il gesuita tedesco, che raccolse le ultime confidenze del cardinal Martini, e che per vent’anni ha operato con i bambini di strada di Bucarest, ha spiegato agli studenti di Scienze della formazione il ruolo di “cuore” e “orecchie” nel lavoro sociale