Una riflessione sui due principali attori nei servizi per l’infanzia: il bambino e l’educatore. È quanto ha proposto il 27 e 28 aprile, nella sede milanese dell’Università Cattolica, in aula Pio XI, il convegno internazionale Aver cura della prima infanzia: percorsi e luoghi della formazione, promosso dalla facoltà di Scienze della formazione, dal dipartimento di Pedagogia e dal corso di laurea magistrale in Progettazione pedagogica nei servizi per minori della sede di Piacenza, e realizzato grazie alla collaborazione della rivista “Bambini in Europa”, pubblicata in 14 lingue dal 2001.
Gli interventi hanno avuto come focus privilegiato di riflessione due degli attori principali che interagiscono nei servizi per l’infanzia: il bambino e l’educatore professionale promotore del suo processo di crescita. Per quanto concerne la prima figura, la professoressa Kristien Silkens, dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio), ha evidenziato l’importanza di porre al centro delle azioni educative il benessere e il coinvolgimento del bambino, al fine di promuovere e offrire servizi di qualità. Spostando l’attenzione sul secondo attore preso in questione, Tatjana Vonta, direttrice del Developmental Research Center for Educational Initiatives Step by Step di Lubiana (Slovenia), ha presentato una ricerca svolta in diverse scuole dell’infanzia e primarie del suo Paese. Tale analisi ha messo in luce che il lavoro di gruppo tra educatori è una vitale risorsa educativa per l’apprendimento, che coinvolge non solamente il bambino ma anche l’adulto educante.
Elisabetta Musi, docente dell’Università Cattolica nella sede di Piacenza, ha sottolineato l’importanza di impiegare educatori e coordinatori pedagogici adeguatamente formati, in grado di creare una continua interazione fra teoria e prassi, affinché l’esperienza educativa possa essere arricchita dalle competenze sviluppate durante il percorso accademico. In sintonia con i relatori, Simonetta Polenghi, coordinatrice del corso di laurea in Progettazione pedagogica e direttrice del dipartimento di Pedagogia, e Pierpaolo Triani, docente nella sede di Piacenza, hanno rimarcato come un processo educativo, che ponga efficacemente l’attenzione sul bambino, necessiti di operatori e dirigenti di alta professionalità, capaci di lavorare con i piccoli, ma pure con gli adulti, genitori e colleghi.
Paola Gemmi e Cecilia Dotti, laureate magistrali della facoltà di Scienze della formazione a Piacenza, hanno testimoniato come tale percorso di studi, unico in Italia, le abbia sostenute poi nel mondo del lavoro, garantendo loro una competenza specifica. Durante il convegno sono stati presentati dei video realizzati da Centro di ricerca e documentazione sull’infanzia “La Bottega di Geppetto”, attraverso i quali si è evidenziata l’esperienza esemplare dei servizi per la prima infanzia del Comune di San Miniato, attuata a partire dalle ricerche promosse dal Centro.
Ferruccio Cremaschi, direttore della rivista “Bambini”, ha nuovamente allargato la riflessione all’ambito europeo, sottolineando l’importanza di creare specifiche policies nazionali ed europee a favore di un’educazione del bambino come investimento sul futuro. Le ricerche in corso in Europa, circa gli indicatori di qualità nei servizi per la prima infanzia, si muovono nell’alveo di bisogni e urgenze simili (bambini Rom, immigrati, inclusione, benessere dei piccoli, rapporti con i genitori e con gli altri operatori). Ne emerge l’importanza di un lavoro di rete, come più volte sottolineato da tutti i relatori, i cui contributi hanno dimostrato la possibilità di costruire un pensiero pedagogico condiviso tra i Paesi europei, anche in condizioni storico-culturali differenti.