Per la prima volta a Milano, e in Italia, si è riunito l’European Fiscal Board. Costituito dal danese Niels Thygesen, che ricopre il ruolo di presidente, dall’olandese Roel Beetsma, dalla francese Sandrine Duchêne, dal polacco Mateusz Szczurek e da Massimo Bordignon, ordinario di Scienze della finanza all’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche (CCEFP) proprio in questi giorni è stato confermato con tutti i suoi componenti per altri tre anni.
Il Board, assieme alla propria segreteria tecnica, si è ritrovato lunedì 22 luglio nella sede di largo Gemelli dell’Università Cattolica, per concludere un rapporto di analisi e proposte sulla riforma delle regole fiscali introdotte in Europa nel 2010-12. Il rapporto - affidato dalla presidenza della Commissione europea al Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche - sarà reso pubblico una volta discusso dal collegio della Commissione.
L’European Fiscal Board, un organismo indipendente di consulenza della Commissione, è stato istituito nel 2016 sulla base di una proposta avanzata dalle massime autorità europee dell’epoca - Jean-Claude Juncker (Presidente Commissione Ue), Donald Tusk (Presidente Consiglio europeo), Jeroen Dijsselbloem (Presidente Eurogruppo), Mario Draghi (Presidente Banca centrale europea) e Martin Schulz (Presidente Parlamento europeo) - nel famoso rapporto dei cinque presidenti sul completamento dell’unione monetaria e economica, ed è parte integrante del processo di riforma della governance dell’Unione monetaria. Tra i suoi compiti prioritari, c’è quello di consigliare la Commissione sull’applicazione delle regole fiscali, valutare l’adeguatezza dell'orientamento della politica fiscale a livello nazionale e della zona euro, collaborare con i vari fiscal board nazionali (in Italia, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio) introdotti in ogni Paese europeo a seguito delle riforme del 2012, fornire consulenze ad hoc al presidente della Commissione.
E proprio su incarico del presidente uscente, Jean-Claude Juncker, il Board sta realizzando un’analisi completa sugli effetti indotti sulla politica fiscale nazionale ed europea delle riforme legislative (“six pack” e il “two” pack) introdotte nel 2010-12 e che hanno completamente mutato il quadro del sistema di sorveglianza fiscale in Europa. Il rapporto, oltre ad analizzare gli effetti sulla capacità del nuovo sistema di stabilizzare le finanze pubbliche in Europa, offrirà un’analisi completa anche delle conseguenze sulla qualità della spesa, in particolare sulla tenuta degli investimenti pubblici, e sulla capacità delle regole di essere compatibili con una politica fiscale anticiclica. Le conclusioni del rapporto conterranno una serie di proposte sia per migliorare il quadro e l’attuazione delle regole, sia per aumentare il coordinamento delle politiche fiscali nazionali in Europa, inclusa l’introduzione di una capacità fiscale condivisa.
Tutti temi cari alla nuova presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che nelle sue proposte programmatiche al Parlamento europeo ha insistito per un’attuazione flessibile delle regole fiscali per l’eurozona, per un bilancio per l’area dell’euro e per un sistema di co-assicurazione europea contro la disoccupazione in funzione anti-ciclica.