* di Francesca Maria Perego
Arrivare per la prima volta in America, per la prima volta a New York. Un taxi giallo mi passa davanti mentre esco dall’aeroporto e inizia il sogno. Tutto sembra quasi irreale, mi sembra quasi di essere in un film. Forse perché tutto questo, New York, davvero l’avevo vista solo nei film. Mi sento al cinema e sono qui per fare “Il cinema”. Ancora non ci credo. Ogni persona appare ai miei occhi come un personaggio, con la sua storia colorata da regalarmi. Anche solo andare a prendere un the al Gramercy la mattina diventa un’avventura e i miei sensi diventano ovattati e allo stesso tempo acuti, scioccati. La sensazione è quella di non sapere se guardare in alto, ai palazzi imponenti e tutti diversi, o in basso, alla gente, alla vita. Contrasti, contraddizioni, risate, lacrime e urla. C’è tutto qui. Il mondo è qui. E tutti siamo uguali. Da soli, o forse no.
School of Visual Arts (Sva) si legge davanti a questa porta di legno e di vetro; entro insieme ai miei compagni di viaggio in questo mondo colorato e un ascensore mi porta nell’aula 601. Fremo impaziente di sapere, di capire cosa succederà. Ad attenderci, una grossa sala con tante sedie. C’è anche un bar, il Dusty’s, e un vicolo con un cassonetto e la classica scala antincendio, poi una cucina e un salotto. Teatri di posa e tante luci che tutte insieme non le ho mai viste in vita mia. E mi innamoro all’istante di questo posto. Delle parole degli insegnanti, incredibili, che ci seguiranno in questo viaggio. Rido, anzi sorrido. Perché la mia testa è piena di suoni, colori, frasi, facce e palazzi. Voglio assorbire tutto quello che posso, ricordare ogni minimo dettaglio, ogni sussurro, ogni parola. A scuola gli insegnanti si emozionano e mi emozionano mentre condividono con noi la loro passione travolgente e allo stesso tempo delicata per questo mondo, il mondo del cinema, così nuovo ai loro occhi anche dopo tanti anni di esperienza. I tutor invece, studenti americani appena laureati che ci aiutano in queste settimane, ci raccontano cosa vuol dire studiare qui, vivere qui. Anzi, fanno di meglio, ce lo fanno assaggiare. Ci portano nelle loro case, nei locali che frequentano; ci fanno sbirciare nelle loro vite e ci mostrano i loro lavori. Passiamo dalla settimana della sceneggiatura, in cui in insieme a Mary Lee, Ezjvieta e Moshe sviluppiamo la nostra storia e impariamo a conoscere i nostri personaggi, anche in senso letterale nei giorni di lavoro con gli attori professionisti che l’Sva ha selezionato per noi, alla settimana dello shooting guidata da Zoran, Sal e i tutor: Nick, Sloane, Dave e Brian. È la settimana delle corse attraverso la città per cercare di preparare tutto, di finire in tempo.
La terza settimana è dedicata al montaggio e il nostro lavoro è guidato dalla mano esperta di Richard D. Pepperman, il nostro docente di cui spero di ricordare ogni prezioso consiglio. Sempre nella terza settimana, fondamentale è l’incontro con il tre volte premio Oscar Chris Newman. Durante la sua conferenza parla a voce bassa, tanto che seguirlo in inglese, dopo una giornata di lezione mi risulta impegnativo. Ma regalandogli tutta la mia concentrazione assorbo quello che dice e rimango colpita. Ci racconta cos’è la vita sul set davvero, cosa vuol dire dedicargli una vita. Tutto è abbagliante ai miei occhi che guardano in modo inesperto. È divertente. Sì, mi diverto. Non vedo l’ora di andare a lezione la mattina, quasi sempre, e mi sta bene lavorare alla sceneggiatura o alla shooting list anche quando finiscono le lezioni, è per questo che sono qui. E mentre vivo questo sogno mi trovo a chiedermi dove sia la realtà. Tutto qui è grande e luminoso, quasi onirico appunto, ma io cerco la gente vera, non l’esagerazione americana; il contatto. Le relazioni e la confidenza che si guadagnano e si costruiscono col tempo, per un motivo. A questo “tutto e subito” io non ci credo. Bastava solo guardare un po’ meglio, e alla fine, ho trovato anche loro. New York è il paese dei balocchi, oppure è la città delle opportunità. Grande e viva ti travolge con i suoi mille volti, ed è facile perdersi. Ed è bello perdersi.
* studentessa ventiduenne del corso di laurea STARS a indirizzo cinema dell'Università Cattolica di Brescia. Con lei hanno partecipato gli studenti bresciani: Arnaldo Abba Legnazzi, Alessandro Pedretti, Daniele Gandolfini, Carlo Castellini, Silvia Poggiani ed Elena Pagani