di Alice Giacomelli *
Ero già stata in India, quattro anni fa, quando ancora ero all’inizio del mio percorso universitario. Adesso ho 24 anni e mi ritrovo ancora nella patria di Ghandi, ma in una città differente, a Warangal, e con i miei studi di cooperazione internazionale al termine.
L’India mi ha sempre donato sensazioni contrastanti, di odio e d’amore, così come le contraddizioni che racchiude. Sapevo che non sarebbe stato facile perchè è un Paese profondamente diverso dal nostro: cibo, usanze, abiti. Ricordo perfettamente oggi come allora, gli sguardi duri e curiosi della gente, che non ha mai incontrato un uomo occidentale, figuriamoci una donna! Talvolta ho sentito il timore e la paura di essere diversa e talvolta ho sentito il calore di una famiglia.
Il centro della Ong Bala Vikasa, che mi ha ospitato per tre settimane, è sicuramente un luogo molto innovativo dove non manca l’allegria e la capacità di divertirsi anche con poco. La perseveranza nel voler cambiare ciò che ormai sembra non avere più una via di uscita, mi rincuora, sapendo che nessuno, nemmeno il più povero, non ha mai un’opportunità. E questo è quello che Bala Vikasa cerca di suscitare nelle persone, la voglia di riunirsi per uno scopo comune e provare ad avviare un percorso di sviluppo sostenibile, perchè da soli contiamo poco ma insieme siamo una forza. Un insegnamento che a migliaia di chilometri e a parecchi anni di distanza, sembra fare il verso a una celebre frase di don Lorenzo Milani: «Sortirne da soli è avarizia, sortirne insieme è politica».
Bala Vikasa non svolge opere di carità: niente è per niente, c’è sempre un costo e anche lo sviluppo ha il suo; per questo ogni comunità partecipa con le proprie risorse ai progetti.
Per chi è interessato a vedere il mondo da un’altra prospettiva questa è una grande opportunità. Tra il traffico impazzito, gli odori nauseabondi, lo smog e il caos dominante si riesce a trovare un’oasi di tranquillità con persone che, per davvero, donano ispirazione.
Di tutta questa esperienza, formativa a livello umano e didattico, un insegnamento in particolare voglio fare mio: «Things are to be used, people are to be loved».
Vandanam. Grazie.
* 24 anni, di Milano, secondo anno di corso, laureanda laurea magistrale in Politiche per la cooperazione allo sviluppo