In un tempo sospeso e carico di preoccupazioni per il futuro, almeno una bella notizia è arrivata nei giorni scorsi a due giovani laureati magistrali della facoltà di Giurisprudenza del campus milanese dell’Università Cattolica. Gaia Donati e Marco Manzetti hanno ricevuto, nella sala dell’orologio di Palazzo Marino, il premio Ambrosoli. Un riconoscimento del valore di 5mila euro riservato ai laureati che hanno approfondito temi legati all’etica applicata all’attività economica.
Il primo premio è stato vinto da Gaia Donati, originaria di Arezzo e che ora vive a Milano, con una tesi in Diritto penale dal titolo “La deriva populista. Profili penalistici, criminologici e politico-criminali”. Un lavoro davvero originale, secondo la Commissione esaminatrice, per "la centralità della problematica affrontata, l'identificazione degli aspetti patologici, l'ampio spettro culturale e valoriale del quale il lavoro è impregnato, la dimensione propositiva che conclude il lavoro”.
«L’dea nasce dalla presa d'atto che nell'epoca odierna il diritto penale si sta tramutando in longa manus di un legislatore e di una magistratura che si preoccupano di intercettare, se non di alimentare, gli istinti e le aspirazioni provenienti dalla pubblica opinione», racconta Gaia. «A questa demagogia che persegue un facile consenso sociale mediante la repressione punitiva si attribuisce nel dibattito pubblico il nome di “populismo penale”».
L'elaborato, dopo aver approfondito gli aspetti terminologici in ordine alla controversa parola “populismo”, analizza dunque le dinamiche che in ambito penalistico generano provvedimenti normativi e sentenze in relazione non a esigenze di prevenzione ma a paure collettive alimentate nel contesto della "modernità liquida”.
Il secondo premio di laurea è stato assegnato a Marco Manzetti, residente nella provincia di Novara, che ha prodotto un’analisi del rapporto tra economia legale ed economia criminale con tutte le implicazioni di carattere giuridico, economico finanziario e socio politico.
La ricerca parte con l’analisi delle categorie generali e astratte del diritto penale (cos’è il reato, perché punire i colpevoli anziché premiare i meritevoli, ecc.) per passare a indagare le principali e più recenti riforme normative nell’ambito dei reati tributari e societari.
«Ho approfondito varie fattispecie delittuose» precisa Marco «ma i reati a tutela del capitale sociale sono quelli più significativi, perché sono diventati, nostro malgrado, espressione di una profonda e radicata schizofrenia legislativa nell’ambito della lotta alla criminalità economica. Le conclusioni cui giungo sono estremamente critiche, perché il lavoro svolto mi ha portato a evidenziare il rischio che dall’applicazione di alcune norme di legge derivi un effetto paradossalmente criminogeno».
Per Gaia, ricevere il Premio di laurea in memoria dell'Avvocato Giorgio Ambrosoli è stata una grande emozione, ma soprattutto un forte stimolo a proseguire il suo percorso con impegno e perseveranza. «Credo che in tempi come quelli che stiamo vivendo, in cui i giovani rischiano di perdere fiducia nella possibilità di realizzarsi professionalmente grazie allo studio e in cui le prospettive lavorative sembrano sempre più sfumare, iniziative quali quella che mi hanno visto coinvolta lancino un messaggio significativo: esiste ancora un contesto istituzionale che promuove la dedizione e la riflessione di noi studiosi, favorendo la nostra crescita personale e di riflesso stimolando lo sviluppo culturale ed etico dell'intera comunità».
Per Marco il premio porta con sé una responsabilità. «Ambrosoli è stato un uomo dal profondo senso del dovere, che ha amato il diritto al punto da dare la vita per il suo lavoro. In questo senso è impegnativo aver vinto un premio alla sua memoria. Al contempo è anche una grande soddisfazione e un onore, non da ultimo per la fortuna di aver conosciuto i famigliari dell’avvocato, la moglie Anna Lori e il figlio Umberto».
Nel futuro di Gaia ora c’è un dottorato di ricerca in Diritto penale e in Criminologia al'Università Cattolica e la preparazione al concorso in magistratura; per Marco, invece pratica forense e pratica notarile.