Un’indagine tra i vertici delle principali aziende per analizzare come i leader d’impresa affrontano il nuovo contesto economico alle prese con la crisi. La ricerca, presentata lo scorso 28 settembre all’Auditorium di Assolombarda dalla società di consulenza Gso Company sotto il cappello di Alta Quota, ha coinvolto i “numeri uno” di 50 aziende italiane e multinazionali di 20 diversi settori. Alla ricerca, condotta da Marina Capizzi e Ulderico Capucci, partner Gso, hanno collaborato l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica (Aseri), Il Sole 24 Ore e Assolombarda.
Dalle voci di presidenti, amministratori delegati, direttori generali è emersa l’esigenza di trovare nuove chiavi di lettura e di adottare nuovi approcci al business adatti allo scenario globale in costante trasformazione. Le criticità principali che derivano da questo mutamento riguardano il crollo della domanda e la perdita di distintività di prodotti e servizi, l’aumento dell’incertezza e, di conseguenza, della difficoltà previsionale, oltre alla non sempre chiara capacità di fare sistema. Secondo i “numeri uno” ciò che fa la differenza in termini di competitività in un tale contesto sono un saldo governo del business e un’efficace guida delle persone.
Per quanto riguarda il primo aspetto, un leader deve saper identificare la giusta direzione e rendere evidenti nel modello di business quei valori costitutivi che caratterizzano la propria azienda e la distinguono dai competitor. Le implicazioni della crisi globale vanno molto al di là dei settori economico e finanziario e i “numeri uno” devono avere capacità di vision per anticipare gli sviluppi internazionali futuri e dotarsi degli strumenti necessari ad affrontare l’emergenza, trasformandola in un’opportunità per il loro business.
Quanto alla guida delle persone, la maggiore sfida è costituita dall’individuazione di metriche e sistemi di valutazione efficaci degli asset intangibili, ossia del capitale intellettuale della propria azienda. Il “numero uno” deve altresì saper allineare il proprio team di vertice attorno a un pensiero condiviso, incrementando la motivazione del gruppo e la velocità dell’execution. «Appartenere vuol dire scoprire il significato del proprio lavoro all’interno di un significato più grande», ha detto uno dei relatori intervenuti: una vision chiara e un orizzonte aperto sul mondo.
Di questi temi hanno discusso dinanzi a un’ampia platea alcuni dei dirigenti intervistati durante l’indagine: Alberto Piantoni (Ad Missoni), Tommaso Di Giacomo (Vp Dayco Europe), Leonardo Bassilichi (Ad Bassilichi), Paolo Bigi (Ad Techint E&C) e Stefano Sardo (Ad e Dg laFeltrinelli). Ognuno di loro ha raccontato la propria personale esperienza di “numero uno” alle prese con la necessità di incarnare un pensiero guida forte e di individuare una direzione di successo nello scenario di crisi. Ne è emersa la consapevolezza comune che indispensabile in questo compito è la capacità di prevenire e di adattarsi al cambiamento del contesto, anticipandone i trend e gli sviluppi, e allo stesso tempo di identificare una value proposition chiara che consenta all’azienda di costruire un'identità unica e competitiva fondata sui valori.