Approntare il bagaglio necessario per gli insegnanti alle prese con la crescente diversità culturale dei loro alunni. Una sfida che è stata raccolta del dibattito, che si è svolto il 23 ottobre in largo Gemelli, tra accademici e professionisti del settore che hanno cercato di definire il quadro di competenze fondamentali per chi lavora in contesti sociali e professionali pluralistici, soprattutto nell’ambito della scuola primaria.
Dopo i saluti del sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria e del preside della facoltà di Scienze della formazione Michele Lenoci, Milena Santerini, docente di Pedagogia dell’ateneo, ha sottolineato come l’incremento di classi eterogenee nelle scuole – gli studenti con cittadinanza non italiana che hanno frequentato le nostre scuole nel 2010-11 sono infatti il 9% – susciti tra insegnanti, educatori e operatori un bisogno di maggiori competenze sul tema della diversità, con crescente attenzione al contesto di gruppo e all’importanza dell’apprendimento culturale comune che ne deriva.
Durante la mattinata sono stati presentati i dati emersi dalla ricerca Competenze interculturali: modelli teorici e metodologie di formazione, finanziata dal Miur, che ha coinvolto, oltre all’a sede di largo Gemelli, anche le Università di Verona, Sassari, Torino e Messina. Piergiorgio Reggio della Cattolica a partire dall’analisi e dalla discussione di 74 episodi di carattere interculturale, ha presentato lo studio sull’incremento delle competenze interculturali, sottolineando come questo avvenga essenzialmente per via esperienziale e tramite la concretezza dell’agire dei professionisti. Giusy Manca dell’Università di Sassari ha evidenziato, in particolare, l’aspetto innovativo della videoregistrazione che ha permesso agli insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia di rivedersi nelle dinamiche in aula.
Fra i risultati della ricerca condotta dall’Università di Verona grazie a Paola Dusi e Stefania Lamberti, emergono difficoltà di natura relazionale con famiglie e alunni di origine straniera e mancanza di spazi e di tempo dovuti allo scarso investimento delle scuole nella formazione degli insegnanti in ambito di intercultura. L’attenzione però non va posta solo sulle scuole materne e primarie, ma riguarda anche i ragazzi più grandi, come sottolinea Daniela Maccario dell’Università di Torino, che si è occupata di scuola secondaria di primo grado. Infine Elisabetta Dodi ha presentato lo studio Narrare e argomentare le competenze realizzato dal Centro di ricerca sulle relazioni interculturali della Cattolica.
La giornata è continuata nel pomeriggio con i saluti di Mariella Guidotti e la presentazione del numero monografico della rivista Studi Emigrazione del Centro Studi Emigrazione di Roma (Cser) sul tema L’intercultura alla prova. La tavola rotonda conclusiva, coordinata dalla professoressa Santerini, è stata dedicata al tema Sviluppare le competenze interculturali e ha messo al centro del dibattito diversità, migrazioni e integrazione. Sul tema si sono confrontati Cristina Allemann Ghionda (Università di Colonia), Antonio Michelin Salomon (Università di Messina), Susanna Mantovani (Università di Milano-Bicocca), Mario Castoldi (Università di Torino) e Agostino Portera (Università di Verona).