di David Emanuel Zeqo *
È la notte tra il 12 e il 13 dicembre e la tradizione vuole che si celebri Santa Lucia, la santa che porta i doni ai più piccoli in alcune regioni italiane e in alcuni Paesi del Nord Europa. Quest’anno, per vivere con il giusto spirito questo periodo pre-natalizio, gli studenti del collegio Augustinianum, con il contributo del collegio e dell’Università, si sono recati nelle strade di Milano distribuendo caffè caldo, dolci preparati da loro e abiti pesanti ai più bisognosi. Si tratta di un’iniziativa autonoma, gestita interamente da un gruppo di giovani, studenti e non, uniti nella volontà di dedicare se stessi e il proprio tempo agli altri.
Attraverso questa esperienza di volontariato, la volontà è stata quella di entrare in contatto con la fredda realtà, quella delle persone che vivono per strada, siano essi profughi o signori e signore senza una fissa dimora, che domanda di essere considerata con più compassione e solidarietà.
Il progetto di volontariato è stato un’occasione di incontro e confronto senza eguali, che ha permesso di fare tesoro delle storie, del passato e del presente, delle persone incontrate. Racconti che si pongono al limite di una realtà lontana e aliena, diametralmente opposta al vivere quotidiano degli studenti-volontari.
Momenti intensi di condivisione in cui crollano le barriere sociali e culturali e si è liberi di sentirsi più vicini alle esigenze degli altri, come compagni o fratelli: «Siamo tutti fratelli. Se vivi tanto tempo qui (in strada), capisci il senso di questa parola». Queste le parole di Hisham, un uomo che riposa sotto i portici nei pressi della Stazione Centrale. E aggiunge: «Il caffè io lo bevo tutte le sere, ma questo è più buono, questo è fatto con il cuore». Gli studenti raccolgono un po’ di diffidenza iniziale, ma anche confessioni accorate: «Non ho lavoro, non ho niente, ma non è una cosa che ho voluto io, no. Lo sai cosa voglio? Voglio tornare nel mio Paese».
Mentre l’iniziativa volge al termine, l’incontro con un ragazzo Guineano in Italia da soli due mesi che riposa all’interno di un box assieme ad altre persone sprona ulteriormente gli studenti a portare avanti questo progetto di solidarietà.
Se l’intera iniziativa si è svolta in piena armonia e serenità, un grande merito va riconosciuto anche a Mame Thierno Diop (Thier). Thier è un Baye Fall, o, come lui dice, «cerco di esserlo, di essere quello buono». Nel muridismo senegalese questo termine indica una guida spirituale. Non è difficile infatti imbattersi in Thier che fornisce il suo sostegno, bevande calde e dolci tipici del Senegal a chi vive per le strade di Milano.
Prima di partire dal collegio, con uno stile semplice e diretto si rivolge agli studenti dicendo: «Il vostro percorso di studi è anche un percorso spirituale e io mi auguro che si sviluppi il più possibile. Fare una cosa buona e bella e sentirsi bene: non lo si fa per nessuno, ma solo per se stessi. Queste cose buone, che servono per andare avanti e per darci la forza, aprono la mente: è come quando mangi una cosa buona che ti apre sempre più la voragine e ne hai sempre più voglia. Ma bisogna provarlo per capire, chi non lo prova non lo può capire».
Auguri di Buon Natale dalla Commissione Volontariato del Collegio Augustinianum
* studente del collegio Augustinianum