È una vera e propria inversione dell’accertamento tributario: le imprese che aderiscono al Tax Control Framework entrano in un nuovo rapporto con l’Agenzia delle Entrate, e anziché subire l’accertamento e attendere controlli ex post, anticipano i controlli, compiendo un percorso di dialogo e confronto con l’agenzia delle entrate.
Di questo si è parlato durante l’incontro “Tax Control Framework: come evolve il ruolo del Tax in azienda” organizzato e coordinato dal professor Marco Allena (nella foto in alto a destra), del Dipartimento di Scienze Giuridiche della Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza, a cui sono intervenuti Valentina Magni e Filippo Pino, Tax Sr Manager di BARILLA, una delle 10 aziende italiane di grandi dimensioni che sono state ammesse al regime dell’adempimento collaborativo, uno tra i più nuovi sistemi di accertamento tributario previsti dal nostro sistema.
La Cattolica, tra l’altro, ha istituito da oltre un anno un Osservatorio dedicato, il cui nome è proprio “Osservatorio sulla cooperative compliance”, diretto dal Prof. Miccinesi della facoltà di giurisprudenza di Milano, al quale hanno aderito oltre un centinaio di aziende, vale a dire tutte quelle ammesse al regime, quelle che hanno iniziato il procedimento di ingresso nello stesso, e diverse che lo faranno a breve.
“L’Italia ha introdotto, tra i primi paesi al mondo, questo istituto, adeguandosi alle normative dell’OCSE e agli ordinamenti di altri paesi e oggi la normativa italiana sul tema è tra le più evolute al mondo – ci spiega il prof. Allena - I funzionari della PA che sono dedicati a questa attività sono preparatissimi, e capaci di accompagnare con grande professionalità le aziende nel loro business, nel rispetto della funzione di accertamento e dei principi del sistema tributario”.
I vantaggi di questo sistema sono tutti legati alla certezza giuridica del rapporto tra Stato e azienda, evitando che l’azienda subisca accertamenti successivi e consentendole una vera e propria pianificazione fiscale d’intesa con l’Amministrazione finanziaria.
C’è poi un enorme vantaggio reputazionale : “L’azienda che si dota di questi sistemi di controllo interno della fiscalità e che instaura questo nuovo rapporto con l’Agenzia, testimonia un atteggiamento virtuoso che come tale deve essere riconosciuto e ne guadagna a livello di immagine (aspetto non secondario) – precisa Allena che, a proposito della testimonianza di Barilla, sottolinea come sia “servita a raccontare ai ragazzi come funziona la fiscalità in una azienda come Barilla e, alla luce della fresca esperienza dell’introduzione del Tax Control Framework, anche di capire nel merito le modalità operative e funzionali di questo nuovo sistema”.
“E’ per noi un piacere partecipare a questi incontri con l’Università Cattolica e raccontare la nostra esperienza – commentano i rappresentanti di Barilla - Il risultato conseguito in Italia con l’ammissione in Cooperative Compliance, rappresenta solo una prima tappa di un più ampio percorso che vede Barilla in prima linea nell’adozione di strumenti di cooperazione internazionale con le Autorità Fiscali dei Paesi in cui il Gruppo opera nel mondo, per raggiungere l’obiettivo della tax certainty attraverso un approccio basato su transparency e cooperation.”