In Italia solo un anziano su 4 (25%) nella classe di età 65-74 anni utilizza tecnologie digitali, come lo smartphone e il pc, e ha usato internet nell’ultima settimana, contro una media di quasi uno su 2 (45,5%) dei coetanei europei. Però tra gli anziani italiani che lo usano, ben il 90% ne fa ricorso almeno una volta al giorno, rispetto al 72% degli utilizzatori europei. I nostri anziani utilizzano internet per informarsi su tematiche di attualità (63,7%), sui propri interessi e passioni (60,7%) e per approfondire temi legati alla salute e al benessere (40,3%).

La fotografia del rapporto tra anziani e digitale, realizzata su dati Eurostat 2016, è fornita da Simone Carlo, ricercatore del centro di ricerca sui Media e la comunicazione dell’Università Cattolica (OssCom), e dal professor Fausto Colombo, direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Ateneo. I due studiosi partecipano per l’Italia al “Progetto europeo Harvest”, tra i vincitori del 3° bando di gara intitolato “Ageing and Place in a digitising world”, della JPI More Years Better Lives, “iniziativa di programmazione congiunta”, che ambisce a migliorare il coordinamento e la collaborazione tra i programmi di ricerca europei e relativi al cambiamento demografico.

Ageing and Place in a digitising world” è il bando di gara europeo dedicato a finanziare ricerche sul tema delle tecnologie e dell’invecchiamento, ovvero come le tecnologie impattano sulla vita e sulla salute degli anziani e come si può migliorare la digitalizzazione della terza età per aiutare gli anziani a vivere in autonomia il più a lungo possibile con l’aiuto di nuove tecnologie e domotica.

Il Progetto europeo Harvest - eHealth and Ageing in Rural Areas: Transforming Everyday Life, Digital Competences, and Technology” -, coordinato dal professor Simon Lindgren dell’Università di Umeå in Svezia, ha l’obiettivo di indagare il ruolo di internet, pc, smartphone e tablet nella vita quotidiana degli anziani residenti in contesti rurali o montani. In particolare si vuole comprendere come vengano utilizzate le tecnologie digitali per la salute (eHealth) e l’impatto di queste tecnologie nella vita degli anziani geograficamente “isolati”. 

La ricerca prevede una serie di “interviste domestiche” in tre nazioni: Finlandia, Italia, Svezia. «Come coordinatore dell’unità italiana, supervisionerò un team di ricerca che condurrà le interviste ad anziani che usano tecnologie di eHealth già in commercio (digital care app, servizi virtuali di assistenza, programmi di videoconferenza per visite virtuali, siti di informazione e prenotazione medica, strumenti di comunicazione e contatto con medici e personale sanitario) in aree rurali del Nord Italia» spiega Fausto Colombo. «Avremo così l’opportunità di comprendere e osservare in contesti reali e quotidiani qual è l’uso di queste tecnologie da parte degli anziani».

L’obiettivo finale della ricerca è offrire agli operatori del settore sanitario e ai policy maker elementi utili per sviluppare progetti e strategie efficaci per promuovere servizi di eHealth per gli anziani, a partire dalla consapevolezza delle paure, resistenze, entusiasmi e difficoltà che essi vivono nel rapporto con le tecnologie che riguardano la salute. 

«Il progetto durerà tre anni» aggiunge Simone Carlo. «Inizieremo presto con l’individuazione di comunità rurali montane su cui focalizzare la ricerca. L’idea è usare i risultati che otterremo su questi campioni per fornire spunti per gli operatori sanitari finalizzati a sviluppare progetti e servizi online dedicati agli anziani, che però non siano a discapito dei servizi di assistenza offline».