di Stefano Poni *

Anche il settore agro-alimentare, cosi come è già successo per altri campi e applicazioni (medicina, robotica, mercato azionario…) si sta aprendo verso l’utilizzo di sistemi hardware e software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.

Tra le varie applicazioni possibili sembrano emergere, per interesse del settore e oggettive possibilità di proficuo utilizzo, quelle riguardanti i cosiddetti Automated Guided Vehicles (AGV) e i Robot Intelligenti. I primi si adattano all’ambiente esterno muovendosi in autonomia, senza il supporto di guide fisiche o percorsi pre-determinati. Stante tali caratteristiche, la soluzione AGV desta oggi particolare interesse in agricoltura, ad esempio, per una gestione stagionale dei trattamenti antiparassitari (fungicidi e pesticidi) che potrebbe presto diventare totalmente “unmanned” ovvero eseguita senza la presenza fisica dell’operatore cui sarebbe affidato l’esclusivo compito di un controllo da remoto. I vantaggi sarebbero molteplici e, tra questi, una riduzione, fino alla scomparsa, di eventuali effetti negativi dei vari principi attivi sulla salute dell’operatore e una semplificazione del sistema, oggi vincolato a una rigida, ma peraltro necessaria, normativa che impone la detenzione e l’aggiornamento di un patentino per tutti quelli che maneggiano questo tipo di sostanze.

Ancora più avvincente la possibilità di vedere presto in azione nei nostri campi, vigneti e frutteti, robot intelligenti dotati di autonomia di movimento in grado di eseguire operazioni colturali di tipo “selettivo”, ovvero azioni non caratterizzate da ripetitività ma che, a fronte di casi specifici, richiedono scelte mirate e ponderate. Nella fattispecie, in un programma scientifico, ora supportato anche da un finanziamento Prin, il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (IIT) sta mettendo a punto il primo robot intelligente, munito di vere a proprie “gambe”, in grado di compiere interventi di potatura invernale in vigneto (vedi il video). La potatura invernale rappresenta per questa specie arborea, di tradizione millenaria, uno dei momenti colturali in cui la creatività e la personalità dell’azione umana si manifesta al meglio proprio perché, si ritiene, debba essere applicata con conoscenza, furbizia, lungimiranza e “sentimento”. Utilizzando le tecnologie pertinenti al “deep learning” stiamo cercando di insegnare a questo robot come districarsi di fronte a una sfida che parrebbe di formidabile complessità. A fine anno sono previste le prime prove di “taglio” eseguite da questa macchina totalmente innovativa.

Il settore agrario, e specialmente quello riferito alle colture intensive di pregio (vite e piante da frutto) offre molteplici casi in cui una robotizzazione dell’operazione può rivelarsi decisiva anche per il rilancio economico del comparto. Un esempio su tutti: la coltura del pesco in Italia sta attraversando, ormai da tempo, una congiuntura non favorevole a causa degli elevati costi di manodopera di due operazioni di natura selettiva quali diradamento e raccolta dei frutti. Una robotizzazione di questi interventi aprirebbe prospettive commerciali di rilancio della coltura.

Certo non manca che, analogamente a quanto avviene in altri settori, l’introduzione della robotica in agricoltura innesca temi di natura organizzativa, etica, sociale e occupazionale che vanno analizzati con equilibrio ponendo massima attenzione ai criteri di sostenibilità e di rapporto costi/benefici. 

*  docente di Viticoltura alla facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali


Terzo articolo di una serie dedicata a come l’intelligenza artificiale ci sta cambiando. Domani il contributo del professor Giuseppe Scaratti, docente di Psicologia del lavoro e dell’organizzazione alla facoltà di Economia