Il catalogo è un elenco di libri che, in una biblioteca, serve a poterli ritrovare. Sembra facile, ma basti pensare al problema di come verranno descritte le opere elencate, di come verranno organizzate le informazioni, di come verranno disposti poi i libri sugli scaffali, per comprendere che si tratta di un’impresa complessa. Però i cataloghi sono indispensabili all’esistenza stessa di una biblioteca: infatti, sin dalle raccolte di testi in scrittura cuneiforme realizzati su tavolette d’argilla sono esistiti elenchi delle opere che le rendessero reperibili.
È dunque la moltiplicazione stessa dei testi che rende necessario un elenco organizzato che ne permetta il recupero. Poi gli elenchi dei libri si sono differenziati in tanti modi, si sono trasformati e specializzati, fino ai nostri cataloghi online.
Alla affascinante storia dei cataloghi librari è stata dedicata un’iniziativa realizzata congiuntamente dalla Bibliothèque Mazarine di Parigi, diretta da Yann Sordet, e dalla Bibliothèque de Genève, col suo direttore Alexandre Vanautgaerden, sotto il coordinamento di Frédéric Barbier, dell’École pratique des hautes études: si tratta di una eccezionale mostra itinerante dal titolo De l’argile au nuage (“dalle tavolette cuneiformi al cloud”, potremmo tradurre) che, dopo un periodo a Parigi, è visitabile a Ginevra sino al 21 novembre prossimo: ne esiste anche un bel catalogo a stampa.
All’interno di tale più vasta iniziativa, il 26 settembre a Ginevra si è tenuta una giornata di studi realizzata in collaborazione col Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (Creleb) dell’Università Cattolica. L’incontro, dal significativo titolo di Cataloguer hier et aujourd’hui, ha visto gli interventi di Yann Sordet, che si è soffermato sulla storia e le tipologie dei cataloghi, di Mélanie Roche della Bibliothèque Nationale de France, che ha ripercorso il passaggio dai cataloghi cartacei a quelli elettronici in epoca contemporanea, di Alexandre Vanautgaerden, che proposto uno sguardo su Erasmo autore di liste delle proprie opere, e di Frédéric Barbier, che ha mostrato il ruolo dei cataloghi nel transfert culturale franco-tedesco a Strasburgo.
La seconda parte della giornata è stata invece dedicata a celebrare lo studioso belga Jean-François Gilmont e la realizzazione della sua monumentale impresa, la bibliografia online delle edizioni prodotte nel Quattro e Cinquecento nelle città della Svizzera francofona, Ginevra, Losanna e Neuchâtel, da cui l’acronimo con cui è nota agli specialisti: GLN15-16. Il repertorio è da tempo disponibile sul sito della Ville de Genève ed è in continuo aggiornamento. L’editore Droz di Ginevra ne propone ora una versione a stampa nella prestigiosa collana “Travaux d’Humanisme et Renaissance”.
Luca Rivali, dell’Università Cattolica ha commentato un testo “minore” di Gilmont, l’ironica Lettre à un bibliographe débutante, mentre il direttore del Creleb Edoardo Barbieri è intervenuto sulle differenza tra bibliografia e catalogo. Ha chiuso la giornata lo stesso Gilmont, presentando la versione a stampa di GLN e ripercorrendo sessant’anni di imprese di un bibliografo a caccia di libri in giro per le biblioteche di mezzo mondo. Di certo, anche quella del catalogo e della bibliografia è una bella avventura.