Qual è l’impatto nella vita professionale, ma anche personale, di un percorso formativo intenso e particolare, come l’Mba-Global Business and Sustainabilty di Altis - Alta Scuola Impresa e Società? Quali suggerimenti possono essere tratti da quell’esperienza? Lo hanno spiegato sei Alumni del master ai colleghi in procinto di vedersi consegnare il diploma, in occasione della cerimonia di chiusura della sesta edizione, lo scorso 19 settembre, nella sala degli Stucchi della sede milanese dell’Alta Scuola.
In collegamento da Brasile, Turchia, Kenya, Tunisia, India e Argentina (a testimonianza della multiculturalità delle classi, con oltre 140 studenti diplomati provenienti da 45 diverse nazioni di tutto il mondo), Luiz, Gamze, Jael, Akrem, Chiara e Maria Belen si sono raccontati, hanno offerto suggerimenti, ispirazioni ed esempi concreti, molto differenti tra loro, ma con importanti tratti in comune, sintetizzati in parole e concetti chiave emersi anche grazie allo stesso percorso formativo.
Luiz Guilherme Rinke, classe 2011/2012, Country General Manager di U-Start ha puntato sull’importanza di essere aperti a nuove possibilità, osare e saper cogliere l’occasione, come lui stesso ha saputo fare, accettando la proposta della società di consulenza per cui lavora, che supporta start-up in tutto il mondo, all’epoca essa stessa in fase di lancio, pur lavorando a Milano per una stabile realtà italiana in ambito legale. Luiz è stato in grado di cogliere il potenziale di quel progetto, concretizzando uno degli insegnamenti alla base dell’Mba e ha accettato la sfida. Ora è il responsabile della sede brasiliana del gruppo basato in Svizzera, che è presente anche in diversi Paesi emergenti, ed è in continua espansione. Sfida vinta.
Anche per Gamze Canarlsan, classe 2010/2011, turca laureata in ingegneria chimica, l’apertura, lo spirito di adattamento, il concetto di equilibrio e il “carpe diem” rappresentano i fattori principali che hanno determinato e determinano le proprie scelte, private e professionali, a partire dalla decisione stessa di frequentare l’Mba così diverso dal proprio background e con cui ha potuto allargare i propri orizzonti, sia formativi, che di carriera, arrivando a saper conciliare l’ambito privato, come la nascita di un figlio, con quello lavorativo: «Volevo operare in un contesto più connesso con la sostenibilità, che ritenevo essere più in sintonia con il mio essere madre. Ho cambiato, puntando a posizioni in agenzie pubbliche, nelle quali l’attenzione alle lavoratrici-madri è più sentita. Oggi lavoro come Assistant Specialist per il Turkish Standardization Insitute: per me sarebbe stato molto difficile, senza la formazione dell’Mba, capire e conciliare le proprietà di diversi stakeholders, come ottimizzarle e saper trovare un equilibrio». Gamze ha concluso raccomandando ai futuri colleghi di non temere il cambiamento, ed esercitare quelli che definisce i “muscoli dell’Mba”, in ogni aspetto dell’esistenza.
L’esperienza di “globe trotter” della milanese Chiara Grassi, Mba 2009/2010, Marketing analyst & strategist per il birrificio Mahou San Miguel a New Dehli, conferma la necessità di saper essere flessibili, essere aperti a culture differenti individuare la giusta occasione al momento opportuno, in risposta alle sfide che l’esistenza pone, anche a livello privato e ai legami sentimentali e familiari. Laureata in scienze turistiche, dopo lo stage curriculare approda al gruppo Nielesen, prima a Milano, poi in India, dove attualmente lavora, nel suo nuovo ruolo, per la società spagnola.
Vivere e lavorare in una cultura così diversa non è sempre facile, ma per Chiara, «l’esperienza dell’Mba è stata un buon allenamento», avendo imparato ad approcciare diversi aspetti, non solo a livello di business, con una diversa attitudine. Chiara ricorda l’importanza di essere aperti a culture e punti di vista differenti, lasciando da parte lo scetticismo per ampliare conoscenze e mentalità: «Ogni situazione, anche imprevista o apparentemente negativa, è una potenziale opportunità per imparare cose nuove. Ma accade solo se sei aperto a questo».
Jael Amara (nella foto in alto con il professor Vito Moramarco e il professor Mario Molteni), Business Development Director e co-proprietaria di Consumer Option, società keniota di consulenza aziendale, ricerche sociali e di mercato operante nell’area dell’Africa orientale (Kenya, Uganda, Tanzania, Ruanda, Burundi, Sud Sudan) con partner nel resto del continente e attualmente in fase di espansione, si è diplomata nel 2011. L’imprenditrice, che affronta l’attività con una maggiore consapevolezza e nuovi strumenti acquisiti grazie all’Mba, punta su due concetti fondamentali: essere consapevoli del potere del network per lo sviluppo di nuovi business e l’importanza di avere una visione: intuirla, costruirla, anche scriverla, come suggerisce Jael, che afferma: «Abbiate fiducia in voi stessi e cercate ciò che vi appassiona. Non impegnate ore in qualcosa che non amate, rischiereste di rimpiangerlo. Il cielo è il vostro limite».
Akrem Haddad, tunisino, Project Coordinator Entrepreneurship & Business Development all’Unido, classe 2009, e Maria Belen Soria (foto sotto), HR Analyst di Fiat Auto Argentina pongono l’accento ancora una volta sul network; costruire una rete professionale e umana, mantenere le relazioni, uscire, non restare chiusi nel proprio ufficio.
Akrem, che si definisce un “connettore“ a tutti gli effetti: si è occupato di consulenza in ambito Corporate Social Responsibility, ambiente e innovazione sin dal suo stage curriculare, svolto nel suo paese di origine. Dopo diverse esperienze come consulente su questi temi è approdato all’unità delle Nazioni Unite. La consapevolezza delle potenzialità delle relazioni, dell’avere i contatti giusti al momento opportuno è basilare, soprattutto nel campo in cui opera; il suo suggerimento è quindi di non trascurare questo aspetto, anche se faticoso, un “lavoro vero e proprio”, come fa notare Maria Belen, diplomata all’Mba nel 2011, che insiste sulla relazione di fiducia da coltivare con i propri contatti.
E mantenersi in contatto, entrare a far parte della rete Alumni del master, che conta membri provenienti da tutto il mondo, è anche tra i suggerimenti conclusivi del direttore Vito Moramarco (nella foto in alto, a sinistra), che estende l’invito a mantenere i rapporti con la stessa Alta Scuola, anche in considerazione delle collaborazioni a livello internazionale già in essere e in evoluzione che Altis intrattiene.
Il professor Moramarco sintetizza e integra i concetti chiave alla base del progetto formativo del master: avere una visione, che significa essere anche in grado di riflettere e ridisegnare i propri piani alla luce delle nuove conoscenze e opportunità acquisite, ma anche dai casi imprevedibili della vita; essere dunque aperti al cambiamento e attenti a cogliere l’occasione.
Tutto questo nell’ottica, propria della filosofia e dei programmi dell’Alta Scuola, di diventare manager e imprenditori responsabili nei confronti del sociale, dell’ambiente, della realtà in cui si opera, per contribuire, ognuno nel proprio ruolo, a rendere il mondo migliore.