Il cinquantesimo anniversario dell’uscita nelle librerie della Lettera ad una Professoressa, opera collettiva degli alunni della Scuola di Barbiana, ravviva la memoria di don Lorenzo Milani maestro ed educatore, per il quale istruire, fare scuola, significava innanzi tutto «dare la parola ai poveri», ovvero esprimere in modo pieno la specificità e la dimensione più autentica del proprio essere sacerdote.
La Lettera, com’è noto, è divenuta, al di là delle stesse intenzioni dei suoi estensori, non solamente un atto di denuncia nei confronti di una scuola inadeguata e profondamente ingiusta, assurgendo quasi a simbolo della contestazione e del desiderio di rinnovamento, ma anche l’espressione di un modo radicalmente diverso di guardare al sapere, all’istruzione e allo stesso processo formativo scolastico: diverso perché incentrato sul valore inalienabile della persona, di ogni persona, dal quale anche la scuola e la sua straordinaria funzione di crescita umana e di promozione civile e sociale traggono la loro specifica legittimazione e il loro più autentico significato.
Ma alla radice della testimonianza sacerdotale ed educativa di don Lorenzo Milani è dato di ritrovare un’umanità autentica, la cui tensione morale, la costante ricerca della verità, la capacità stessa di identificarsi con il dramma e con le attese dei più deboli e dei più marginali – di quegli ultimi ai quali, fino alla fine dei suoi giorni, egli ritenne di dover dedicare ogni suo pensiero e ogni suo sforzo – non possono lasciare quieti e indifferenti.
Forse è per questo che chi si accinge ad approfondire l’itinerario pastorale ed educativo di don Lorenzo Milani resta inevitabilmente colpito dal suo rappresentare ancora un segno di contraddizione, la testimonianza al tempo stesso luminosa e sconvolgente di un’umanità capace di porsi fino in fondo, nella radicalità della scelta evangelica, dalla parte dell’ultimo.
Per questo riteniamo utile accogliere l’invito di Papa Francesco che ci esorta ad accostarci “agli scritti di don Lorenzo Milani con l’affetto di chi guarda a lui come a un testimone di Cristo e del Vangelo, che ha sempre cercato, nella consapevolezza del suo essere peccatore perdonato, la luce e la tenerezza, la grazia e la consolazione che solo Cristo ci dona e che possiamo incontrare nella Chiesa nostra Madre”.
* docente di Pedagogia generale, facoltà di Scienze della formazione (sedi di Brescia e Milano), organizzatore del convegno sulla figura di don Lorenzo Milani (vedi a lato)