Entra nel vivo Il Maggio dei Libri, la campagna nazionale di valorizzazione della lettura promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che, inaugurata simbolicamente il 23 aprile, Giornata mondiale Unesco del libro e del diritto d’autore, si protrae fino al 31 maggio.
Vi partecipa anche la casa editrice dell’Università Cattolica, Vita e Pensiero, che inaugura il mese dei libri il 10 maggio con un ospite molto particolare: il filosofo catalano Josep Maria Esquirol. Conosciutissimo in Spagna, dove si è aggiudicato il prestigioso “Premio Nacional de Ensayo” (miglior saggio spagnolo), Esquirol – professore di Filosofia politica dell’Università di Barcellona – sarà per la prima volta a Milano per presentare il libro La resistenza intima , in dialogo con il filosofo del nostro Ateneo Silvano Petrosino (Libreria Vita e Pensiero, ore 17.30).
Il libro è il manifesto di una ribellione educata a un immenso e sfuggente oppressore che Esquirol riassume nella parola “attualità”. Quella dove la tecnologia, portata all'eccesso, diventa alienazione; dove tutto è presto obsoleto e l'ansia del successo ci fa perdere il senso delle cose reali.
Ma come si reagisce in pratica? Intervistato da “La Lettura”, l’inserto del “Corriere della Sera”, Esquirol ha dichiarato: «La risposta è la stessa che si potrebbe dare a domande del tipo: come si ha cura dei propri alunni? Le relazioni sono sempre feconde. Lo vedo nel mio ambito professionale: generazioni di studenti sono stati influenzati da questo modo di procedere e si è creata una rete di resistenza che coinvolge ormai anche allievi dei miei ex allievi. Non è un discorso astratto: sono laureati che adesso lavorano negli ospedali, nelle carceri…».
Una scuola di resistenza insomma, che invita a recuperare l'incredibile ricchezza dell'esperienza quotidiana che spesso passa inosservata: un abbraccio, il mangiare assieme, il ritorno a casa, coltivare il giardino (come voleva Voltaire), le relazioni con il prossimo.
Una resistenza che passa anche dalla scelta delle parole, come per esempio, banalmente nei saluti: che parole usiamo di solito? “Ciao”, “Ehi!”: nessun atto d’accusa sull’uso generalizzato di certe espressioni, ma secondo il filosofo catalano questi sono dei campanelli d’allarme di un mutamento sociale. «Un tempo, di giorno, le porte delle case erano sempre aperte e uno, entrando, era solito salutare ad alta voce con un “Dio vi protegga!” o “Ave Maria” …. “Addio”, “Vai con Dio” o “Dio ti protegga” indicano protezione e riparo», sottolinea Esquirol, letteralmente sono “saluti” perché sono parole che augurano salute, salvezza. «In tempi di assenza di Dio, non è strano che “Addio” venga sostituito da “Stammi bene”. Forse, però sarebbe più logico dire “Che ti facciano stare bene”: si potrebbe chiedere di meglio? E che gli altri ti facciano stare bene non potrebbe già implicare la protezione da parte di Dio?».
Non resta che scoprire come ci saluterà Esquirol il 10 maggio! Intanto si può vedere il booktrailer (in alto), dedicato a tutti quelli che resistono, ogni giorno.