Si chiama “Teach For Future: The future of Zubair is in my classroom today” il progetto elaborato dal Centro di Ricerche sul Sistema Sud e il Mediterraneo Allargato (CRiSSMA) dell’Università Cattolica, diretto dal professor Riccardo Redaelli, in collegamento con il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (CeSI), insieme al dipartimento “Sustainable Development”, la struttura di social responsibility dell’ENI, oltre a contatti in via di realizzazione con l’UNESCO e altre strutture internazionali.
La parte del progetto curata dall’Università Cattolica, in approvazione anche da parte delle autorità di Bassora, è fondata sull’educazione primaria e coinvolgerà più di 700 insegnanti, 260 scuole e i loro dirigenti per un totale di 45mila bambini e le loro famiglie nel distretto di Zubair, nel sud dell’Iraq, per una durata di quasi 5 anni.
Due gli obiettivi principali: migliorare la qualità didattica e la capacità di apprendimento dei bambini e coinvolgere scuole e comunità nella child protection nelle zone più disagiate del Paese attraverso l’aggiornamento didattico, la trasmissione delle soft skill e della motivazione ad insegnamento e apprendimento, mediante nuove piattaforme on line e nuovi modi per coinvolgere i bambini.
Un progetto per cambiare le regole del gioco nei rapporti fra dirigenti scolastici, insegnanti e piccoli studenti con un nuovo approccio pedagogico e coinvolgendo le famiglie in una delle aree più bisognose di cooperazione e aiuto per migliorarne le infrastrutture sociali.
A Zubair sta lavorando anche il dottor Maurizio Foco, docente di Chirurgia generale all’Università Cattolica, dirigente medico dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, diretta dal professor Gabriele Sganga, membro del comitato direttivo del Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale e Health Manager del Life Support Camp presso l’ENI, del quale pubblichiamo qui la testimonianza del lavoro delle prime settimane.