La pace che dura da settant’anni, il mercato unico, la libertà di viaggiare, di lavorare, di studiare dovunque, la riduzione del gap fra ricchi e poveri, la corte di giustizia: sono, come ha affermato lo storico inglese Tony Judt nel suo Postwar, le conquiste che l’Europa oggi può vantare.
In un momento storico e politico che si sta interrogando sul valore e sul significato dell’unione dell’Europa, l’Università Cattolica promuove giovedì 11 e venerdì 12 maggio, con il contributo del Centro di cultura e iniziativa teatrale “Mario Apollonio” (Cit), l’evento “Identità europea. Diritto, storia, cultura artistica e teatrale”. Una due giorni internazionale di confronto e dibattito sui valori che nei secoli l’hanno fondata e hanno portato all’idea di madrepatria e di “casa comune”.
Il punto di osservazione di questo processo è quello della cultura sia umanistica (e in particolare il teatro e le arti figurative), sia giuridica (nel rapporto tra i principi costituzionali e i trattati, e con i problemi di ordine politico delle competenze di organismi legislativi europei e nazionali), sia storica ed economica.
La cultura è vista non come qualcosa di statico, ma come un work in progress che, a partire dalla sua sedimentazione secolare, continua a evolversi e vuol essere fondamento dell’integrazione europea, per la prima volta nella storia impostata non su basi imperialiste, ma democratiche. Per riconoscere e alimentare questo percorso sono imprescindibili i valori che, pur fra mille contraddizioni, sono stati sempre condivisi: i diritti e la coscienza individuale, il daimon personale e il Dio universale, la laicità e la tolleranza religiosa, l’uguaglianza fra i cittadini, la forma democratica dello stato, la certezza del diritto e la giustizia, la dignità del lavoro e lo spirito d’impresa, la critica del potere e il sentimento dei doveri, l’influenza della pubblica opinione.
Ma in che modo l’arte e la cultura possono continuare a fondare l’idea di un’identità europea? E quale efficacia possono avere l’arte e la cultura nel suscitare la coscienza e l’orgoglio di appartenenza a una costruzione plurisecolare, un crogiolo che si è nutrito della tradizione del pensiero classico (greco e romano), ebraico-cristiano, illuminista e che si è ben radicato nonostante i molteplici sbandamenti, anche gravi e pericolosi, che oggi stiamo attraversando?
Questi interrogativi sono alla base della riflessione dei molti esperti che si confronteranno giovedì 11 maggio in largo Gemelli e venerdì 12 presso la Biblioteca Ambrosiana in piazza Pio XI 2 a Milano. Ai fini di rafforzare l’opinione pubblica europea e accorciare la distanza dal tema, verranno tempestivamente pubblicati gli atti in inglese.
Gli artisti, i poeti, i drammaturghi, in serrata circolazione attraverso l’Europa, hanno dato, continuano a dar voce alle acquisizioni fondamentali della civiltà europea. Proprio a testimonianza di queste radici è nato nel 2008 in Università Cattolica, sulle orme di Mario Apollonio, un progetto editoriale che prevede una serie di volumi (si è giunti già al quindicesimo): Canone teatrale europeo/ Canon of European Drama editi da ETS (Pisa), ideata da Anna Barsotti e Annamaria Cascetta, a partire dalla convinzione che il teatro è, tra le arti, la più pubblica e a più intensa e diretta partecipazione e forte impatto. In esso una comunità intenta di spettatori attivi si raduna fisicamente in un luogo (fin dai tempi dell’antica Grecia sull’Acropoli ateniese o di Shakespeare al Globe di Londra) per riflettere, emozionarsi, specchiarsi, leggere il presente, progettare il cambiamento intorno e in relazione con un segno vivente, il segno teatrale costruito dal corpo dell’attore in relazione serrata col corpo corale degli spettatori.
Ogni volume pubblicato include il testo drammatico (considerato canonico o picco di tendenza della drammaturgia europea, sul piano tematico e formale) e due saggi in italiano e in inglese sull’analisi del testo e la sua vita scenica attraverso l’Europa. Si tratta di una selezione di testi che sono stati nel tempo costitutivi di una cultura, in cui i paesi europei hanno espresso pensieri, significati, valori, tecniche, parole, segni che ne hanno manifestato lo spirito e che sono stati reciprocamente accolti, costituendo un tessuto connettivo o comunque riconoscibile come tale.
Tra i temi trattati spiccano la passione per la “rappresentazione”, così peculiare per l’Occidente, messa in questione nei Sei personaggi in cerca d’autore; il valore dell’individuo in Peer Gynt, di Ibsen, in Faust di Goethe, in Don Giovanni; la critica e l’opposizione alle derive del potere in Merope, in Saul; la coscienza del limite nei testi cruciali della tragedia antica (Antigone); la pari dignità uomo-donna e la differenza dello sguardo femminile: Antigone, Didone, Margherita, Minna, Margherita Gauthier, Violaine, Solvaig, Nora, Winnie.