Grazie a uno studio internazionale coordinato da esperti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – Università Cattolica si aprono nuove prospettive per la cura della fibrosi polmonare idiopatica (specie dei casi più gravi), una patologia rara la cui diffusione è però destinata a aumentare, complice l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle diagnosi precoci: associare il principio attivo del Viagra, il sildenafil, a uno dei farmaci già in uso contro la malattia migliora l’efficacia delle cure.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista “New England Journal of Medicine” ed è stato coordinato per l’Italia dal team del professor Luca Richeldi, Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Cattolica e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, formato dal Dott. Francesco Varone, Dott. Daniele Magnini e Dott. Giacomo Sgalla, tutti impegnati nell’ambulatorio per le fibrosi polmonari, presso il quale vengono seguiti oltre 200 pazienti affetti da questa patologia.
Si tratta di uno studio multicentrico condotto in Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, coordinato a livello globale dalla Cornell University di New York.
In tutto sono stati arruolati 274 pazienti, di cui 5 presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS.
“L’idea di usare questa associazione farmacologica”, spiega il professor Luca Richeldi, “deriva da un precedente studio che ha valutato il solo sildenafil confrontandolo con placebo, da cui pareva ci fosse un effetto benefico. Il nuovo studio ha voluto valutare l’associazione dei due farmaci.
“Questo studio”, commenta il prof. Filippo Crea, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Toraciche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS “si aggiunge a una serie di altre ricerche, pubblicate dal prof. Richeldi sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, sul trattamento di una grave malattia, la fibrosi polmonare idiopatica, considerata incurabile fino a pochi anni fa. L’impatto clinico di queste nuove terapie è crescente. Va dato merito al prof. Richeldi di aver dato un contributo sostanziale a migliorare la prognosi di una delle più gravi malattie polmonari”.
I risultati sono interessanti sia perché riferiti a una popolazione di pazienti gravi per i quali abbiamo poche possibilità di trattamento, sia perché il sildenafil è un farmaco generico in gran parte del mondo (e quindi a basso costo). Anche se il meccanismo attraverso il quale il sildenafil riduce la progressione della fibrosi non è completamente noto, si ritiene che l’azione principale avvenga a livello dei vasi polmonari, riducendo la produzione di fattori pro-fibrotici da parte delle cellule endoteliali.