Dal 3 gennaio 2018 è entrata in vigore la nuova direttiva che regola i servizi finanziari europei. È la MiFID II, che va a sostituire quella vecchia. «Con la MiFID II sono introdotte delle nuove indagini sul profilo del cliente che rilevano le esperienze dirette e concrete degli investitori» spiega il professor Angelo Baglioni, della facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, uno degli autori del numero 3 2018 dell’Osservatorio monetario.
Gli aspetti innovativi presi in esame riguardano la consulenza finanziaria, e i conflitti di interesse che può nascondere; il principio di adeguatezza, secondo cui gli intermediari devono essere in grado di raccomandare gli strumenti finanziari appropriati per il cliente – una volta tenuto conto delle sua tolleranza al rischio e della sua capacità a sostenere perdite; l’obbligo di trasparenza, in base al quale tutti i costi – e le e loro componenti – devono essere dettagliatamente rappresentati al cliente.
Il rapporto del Laboratorio di Analisi monetaria (Lam) è stato presentato il 26 novembre in largo Gemelli con l’introduzione del direttore Marco Lossani, docente di Economia internazionale alla facoltà di Economia. La presentazione si è focalizzata in modo particolare sulle tutele del risparmiatore, sugli investimenti e sul ruolo che ha la consulenza finanziaria, che in base alla nuova direttiva può assumere due diverse forme, «indipendente e non indipendente».
Infatti, uno dei problemi riscontrati negli anni precedenti era proprio la poca trasparenza delle consulenze e delle sue commissioni, che potevano generare in alcuni casi dei conflitti d’interesse. È anche per questo che i consulenti finanziari dal 2011 al 2014 sono calati, con i clienti che decidevano di farne a meno per la poca chiarezza, anche se un sondaggio ha evidenziato che il 34% delle persone si è pentito di aver rifiutato una consulenza finanziaria. Un problema superato con la Mifid II che ha introdotto maggiori tutele per i risparmiatori, con un approccio più flessibile e più trasparente.
Secondo Paolo Sironi, della IBM Watson Financial Services, il MiFID parla di obiettivi. Si pone tra l’intermediario e il cliente con maggiore chiarezza, con meno attrito finanziario. «Esistono delle instabilità nei mercati, tra i consumatori, gli intermediari e le regolamentazioni stesse» ha continuato poi Sironi, analizzando la situazione attuale. «Questo è dovuto anche al fatto che il denaro stesso è un elemento emotivo e non razionale. L’obiettivo primario dell’esistenza umana riguarda la sopravvivenza alle incertezze. Oggi non siamo più nel periodo economico di crescita e c’è una inversione di tendenza nell’incertezza fondamentale: uno dei motivi per cui emergono il sovranismo e movimenti anti-globalizzazione».
Ecco perché è fondamentale ripartire dai consumatori, dai bisogni degli individui, anche se questo può significare un sovvertimento della piramide di Maslow. In futuro, ci sarà un modello diverso di business delle banche e le persone che avranno una maggiore consapevolezza del denaro. Per arrivarci preparati, assume un ruolo di primaria importanza l’educazione finanziaria.