Il quadro statistico vede un’inversione di tendenza: con 157.463 residenti stranieri (pari ad una incidenza del 12,4%), per la prima volta dopo 6 anni la provincia di Brescia assiste ad un incremento, seppur modesto, di popolazione non autoctona. Fra i motivi, la maggiore stabilità occupazionale, le molteplici azioni pro-immigrati, svolte negli anni, e la capacità del territorio di farsi carico di bisogni hanno permesso alla popolazione immigrata di radicarsi maggiormente e di superare i momenti più difficili.
A Brescia l’incidenza degli stranieri sulla popolazione complessiva (rimasta invariata dallo scorso anno) supera quella lombarda (11,7%) e italiana (8,7%) e in Lombardia la provincia di Brescia è scivolata di una posizione: da seconda è diventata terza, dopo Milano (14,5%) e Mantova (12,9%).
Le cittadinanze più rappresentate nel bresciano sono Romania (con il 16,2% del totale), Albania (11,6%) e India (8,8%), seguite da: Marocco, Pakistan e Ucraina. Albania e Marocco presentano cali regolari, trattandosi di nazionalità assai stabili sul territorio e con maggior numero di acquisizioni di cittadinanza. Rispetto all’andamento nazionale, Brescia continua a caratterizzarsi per la forte presenza di cittadini di India e Pakistan.
Rispetto al genere, la componente femminile rappresenta il 51% del totale degli stranieri residenti (valore stabile); disequilibri di genere sono sempre presenti all’interno di alcune nazionalità, come Ucraina e Moldova (per due terzi donne) e Senegal ed Egitto (per due terzi uomini). Anche il Pakistan continua ad avere una maggioranza di uomini residenti a Brescia (42%). Le altre nazionalità invece registrano un equilibrio tra i generi. Nel 2018 i permessi di soggiorno rilasciati si sono mantenuti pressoché stabili (+0,1%). Restano ai primi posti i motivi famigliari (58% del totale) ed i motivi di lavoro (38%), mentre i permessi per motivi umanitari (asilo e protezione umanitaria) sono solo il 2% del totale. Il tasso di dinieghi dei permessi per motivi umanitari a Brescia è più alto della media italiana (58%).
SCUOLA E UNIVERSITA’ - Nell’ambito dell’integrazione scolastico-formativa si assiste ad un trend di stabilità piuttosto che di crescita: nell’anno scolastico 2017/18 gli studenti stranieri nel complesso di tutte le scuole statali e non statali della provincia di Brescia sono stati 32.950, pari al 17,8% degli studenti, con un lieve incremento dello 0,1% sull’a.s. precedente. Aumentano gli stranieri nella secondaria di primo grado (scuola media) con 354 allievi in più (+0.8%).
Seconde generazioni. Il 69,8% degli studenti stranieri in provincia di Brescia è nato in Italia, con un aumento di 2,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente (valori superiori sia alla media regionale del 67%, sia alla media nazionale del 63,1%): Brescia si configura dunque come un’area a forte ricambio demografico che vede nell’avanzare delle seconde generazioni un’anticipazione dei cambiamenti in atto nel Paese.
Indirizzi scolastici scelti dagli stranieri. Nella scuola secondaria di secondo grado l’incidenza è del 11,9%, con poco più di 4 giovani stranieri su 10 che si iscrivono all’Istituto tecnico e poco meno 4 su 10 che si iscrivono ad un Istituto professionale. Tuttavia, rispetto al passato, coloro che si iscrivono ad un liceo sono aumentati, passando dal 18 al 19%.
Risultati scolastici. I dati delle prove Invalsi dell’a.s. 2017/18 evidenziano che in provincia di Brescia, gli studenti nativi ottengono punteggi più brillanti di quelli non nativi in tutti i segmenti scolastici e in entrambe le prove di Italiano e Matematica. Ma le seconde generazioni in ogni prova riescono meglio delle prime generazioni. Nelle prove di Inglese, invece, i risultati degli studenti non nativi sono già equiparabili a quelli dei nativi. Gli allievi più svantaggiati nelle performance sono gli stranieri nati all’estero, ma anche, soprattutto, coloro che hanno un basso livello socio-economico della famiglia di origine