Più di cento domande da parte di dirigenti e funzionari della Pubblica amministrazione di ogni parte d’Italia per concorrere a circa trenta posti disponibili. Ha subito suscitato interesse il nuovo Executive master in Management e innovazione delle Pubbliche amministrazioni attivato per iniziativa dell’Alta Scuola Impresa e Società (Altis) e promossa dalle facoltà di Economia di Milano e Piacenza. Dopo la selezione, che si è tenuta nella sede piacentina dalla metà di dicembre alla metà di gennaio, l’aula ha iniziato a febbraio il percorso con il primo modulo su "Gestione dell’innovazione nelle pubbliche amministrazioni"».
«La formula innovativa, la qualità della faculty ed i contenuti del master si sono rivelati la carta vincente di questa proposta – sottolinea Elena Zuffada, direttore del master e della divisione Public Management di Altis –. Il forte interesse che l’iniziativa ha suscitato testimonia la voglia di formazione di qualità e di cambiamento che c’è nel settore pubblico. Coerentemente con la mission dell’Alta Scuola, vogliamo formare una classe dirigente che si caratterizza per un’imprenditorialità e un management orientato allo sviluppo sostenibile, in grado di pensare in modo sistemico e di promuovere quelle innovazioni che servono alle pubbliche amministrazioni».
Al seminario di apertura sui temi del change management, che si è svolto a Milano, sono intervenuti Luciano Hinna, componente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle Amministrazioni pubbliche (Civit), Michele Bertola, presidente dell’Associazione nazionale direttori generali degli Enti locali (Andigel) e Paola Aldigeri, dirigente del comune di Parma.
La pubblica amministrazione italiana è a un bivio, hanno detto i relatori, e la questione culturale è l’ingrediente fondamentale per un cambiamento reale. «Cambiare la cultura della PA – ha affermato la professoressa Zuffada, che ha introdotto e coordinato i lavori – è possibile solo attraverso un diverso agire delle persone. Gli strumenti gestionali per innovare ci sono, ora si tratta di sensibilizzare i dipendenti pubblici (e sono tanti) portatori di elevate competenze e professionalità che possono diventare protagonisti del cambiamento. In questo la formazione gioca un ruolo importante accompagnando la trasformazione del settore pubblico, per renderlo volano e non di freno alla competitività del sistema produttivo, al servizio del Paese e dei cittadini».
Secondo il professor Hinna, la recente riforma della pubblica amministrazione può essere vista come uno “spartito musicale” che, pur perfetto sulla carta, da solo non basta per generare della buona musica. «Perché ciò avvenga – ha spiegato - servono tre cose: bravi interpreti, una buona direzione d’orchestra, un pubblico attento e consapevole. Occorre che la dirigenza pubblica (gli interpreti) riscoprano il loro ruolo e la loro fondamentale funzione manageriale. Serve poi una “cabina di regia” (la direzione d’orchestra) che sappia accompagnare la riforma. Non meno importante, la pressione da parte dei cittadini (il pubblico) che può essere alimentata e correttamente canalizzata solo se la pubblica amministrazione riuscirà a essere più trasparente e a misurare i propri risultati. Questi tre elementi non solo devono coesistere, ma soprattutto essere bilanciati e operare in maniera sinergica».
La necessità di un’interpretazione sistemica è stata sottolineata anche da Paola Aldigeri. «Mettere il cittadino al centro di un sistema integrato di accesso ai servizi – ha sostenuto – è l’obiettivo ultimo dell’innovazione attuata dal Comune di Parma. Il sistema di interventi messi in atto sia nei confronti dei servizi indiretti (personale, sistemi informativi), sia nei confronti dei servizi di erogazione, ha permesso un vero cambiamento culturale. La “cultura di squadra” realizzata tra il Comune e la propria popolazione è una leva strategica per lo sviluppo del territorio: comune e cittadini non sono attori in contrapposizione, ma elementi interdipendenti protesi verso obiettivi comuni».
Un ruolo determinante nel processo di cambiamento è quello assunto dal management delle amministrazioni: «Rispetto a chi lavora nel privato, la PA vanta l’orgoglio del servizio pubblico. Per erogare servizi di qualità occorre coerenza tra strategia e organizzazione – ha affermato Michele Bertola – e in questo contesto il ruolo del manager pubblico è fondamentale. L'innovazione in un'organizzazione strutturata come quella pubblica è possibile solo in presenza di persone in grado di assumersi la responsabilità di un certo processo o percorso e dotate dell'autonomia per decidere. Un buon manager pubblico deve avere competenze tecniche combinate con una buona dose di leadership per portare allo sviluppo dell’ente. Deve avere la capacità di governare il quadro normativo, ma nello stesso tempo deve essere creativo e raggiungere il risultato».