Un momento del Dies academicus di BresciaÈ necessario lasciare tracce, trasmettere un forte senso d’identità anche e soprattutto in tempi di smarrimento culturale e valoriale, guardare al futuro facendo tesoro della solida tradizione maturata in passato: questo il filo rosso del Dies Academicus 2013-2014 che si è svolto martedì 11 marzo nella sede bresciana dell’Università Cattolica, con la partecipazione del presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli.

La giornata si è aperta con la celebrazione eucaristica presieduta dall’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori, che ha ribadito l’importanza del dialogo tra fede e ragione all’interno di una dimensione umana e cristiana come quella di un ateneo cattolico. A seguire il discorso introduttivo del rettore Franco Anelli che, oltre a fare un bilancio relativo alla popolazione studentesca e all’offerta formativa, ha posto l’accento su alcune questioni proprie della realtà universitaria di Brescia, come la realizzazione della nuova sede a Mompiano, resa complessa dal «ritardo con cui l’iter burocratico e amministrativo ha fatto il suo corso e il mutamento delle condizioni generali che rendevano e dovranno ancora rendere possibile e sostenibile il progetto» (leggi il discorso integrale).

Rilevante anche il contributo nell’ambito della ricerca accademica, in particolare nella facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, i cui laureati non solo eccellono nel contesto lavorativo, ma partecipano anche a importanti progetti internazionali. E proprio l’internazionalizzazione vuole essere la cifra caratterizzante l’intero mondo della Cattolica, con programmi di studio e di lavoro all’estero che aprano agli studenti nuovi orizzonti culturali e scientifici.



Ospite di quest’anno è stato il professor Giovanni Bazoli, che, da protagonista diretto e attivo della storia dell’Università Cattolica a Brescia, ha tenuto una relazione sulle origini e sull’attualità di quel progetto nato nel 1965 e giunto alla soglia del cinquantesimo anniversario (leggi il discorso integrale). Partendo dall’humus culturale degli anni Sessanta nel quale fu concepita la lungimirante idea di portare un ateneo cattolico a Brescia, Bazoli ha tratteggiato il profilo delle prime anime, come monsignor Enzo Giammancheri, che diedero vita alla sede bresciana, orientata in origine alla pedagogia e aperta poi a diversi ambiti di ricerca che sono andati a creare un’offerta formativa di ampio raggio.

Tale pluralità deve garantire un “arricchimento dei saperi” ed essere coltivata come il terreno fertile in cui continuare a riflettere «su cosa è fede e cosa è ragione, su di una fede oggi sottoposta alle prove che generano più inquietudine, su di una ragione tanto più debole e parziale, divisa nella microfisica dei saperi e del pari tanto più scossa da velleritarismi di dominio, da volontà di onnipotenza». Un progetto ancora attuale quello della Cattolica, anche nella sede di Brescia, in grado di «portare alla società nel suo insieme il contributo fiducioso e creativo dell’umanesimo cristiano».