T-shirt dei Ramones e giubbotto di pelle. È in vero stile rock che Dj Ringo, conduttore e direttore artistico di Virgin Radio, si è presentato agli studenti della facoltà di Economia della Cattolica di Piacenza, insieme a Marco Biondi, responsabile della programmazione musicale della medesima radio, per parlare di “Posizionamento e scelte strategiche: il caso Virgin radio”. A fare gli onori di casa, Donatella Depperu, docente di Strategia e organizzazione aziendale.
Virgin Radio è la prima emittente radiofonica italiana che trasmette dal 2007 solo musica rock ventiquattrore al giorno, con una programmazione dove convivono sia i grandi classici che le ultime novità discografiche è il parlato sta quasi a zero. «Virgin è una stazione monotematica – ha osservato Biondi – quindi non possiamo dirci in competizione con le grandi radio generaliste che trasmettono principalmente le hit del momento. Abbiamo una nostra identità ben precisa e offriamo un “prodotto” differente: un rock non troppo estremo, per tutte le orecchie. Il nostro target è formato principalmente da ascoltatori tra i 15 e i 35 anni, ma ci ascoltano anche quarantenni e cinquantenni nostalgici di un certo rock un po’ datato».
E, seguendo un fenomeno assolutamente attuale, anche Virgin nel novembre 2010 è approdata al mondo televisivo creando il canale tv Virgin Television. «Presto partirà On the road, un programma di viaggi – ha annunciato Ringo –. Seguirò le orme del rock a New York, in Messico e perfino nel Sahara. Naturalmente andrò anche nel mitico Hotel California cantato dagli Eagles». C’è tempo anche per qualche consiglio agli studenti: «Che vogliate fare i cantanti o i manager imparate perfettamente l’inglese – suggerisce il popolare Dj - all’estero ci prendono in giro per la nostra pronuncia! E poi provate anche voi a creare una vostra stazione radio universitaria sul modello delle college radio americane. È proprio grazie ad esse che sono emersi gruppi del calibro dei Beastie Boys». Entusiasta di poter parlare con gli studenti universitari Ringo fa anche una riflessione sui tempi che stiamo vivendo: «È banale dirlo, ma i giovani sono il futuro di ogni Paese e quelli italiani spesso sembrano addormentati. Il nostro Paese, che tanto avrebbe da dare culturalmente, però non vi stimola abbastanza e se proprio le istituzioni che dovrebbero aiutare e motivare i giovani sono assenti, avete tutto il diritto di ribellarvi».