Uno spettacolo teatrale che ricostruisce, insieme agli spettatori, il rito abituale della lettura dei quotidiani. Cercando di fare emergere le storture e le dinamiche della carta stampata. “Errata corrige: il giornale a teatro” nasce da un’idea di Matteo Scanni, coordinatore della scuola di giornalismo della Cattolica nonché premiato giornalista d’inchiesta, e Angelo Miotto, caporedattore del mensile “E” di Emergency. I due giornalisti sono stati i protagonisti l’8 maggio in via Trieste del terzo e ultimo incontro del ciclo di conferenze “Indignarti. Arti, media e spettacolo negli anni dell’indignazione”, promosso dal corso di laurea Stars della facoltà di Lettere e filosofia a Brescia. Condotto da Marina Villa, il convegno ha raccontato attraverso un vivace dialogo a due le riflessioni sull’attualità dell’informazione e i meccanismi di sparizione e apparizione delle notizie dai giornali e telegiornali nazionali.
A partire dalle loro osservazioni sui media, i due giornalisti, insieme a Gianluigi Gherzi, sono approdati nel 2007-2008 alla scrittura e interpretazione di uno spettacolo teatrale che fa emergere perplessità e suggestioni su come e quanto i media impressionino profondamente la nostra visione del mondo. Scanni e Miotto hanno iniziato l’incontro con una rassegna stampa dei maggiori quotidiani italiani del giorno, per segnalare l’impressionante similitudine delle principali prime pagine nazionali. Dalle loro osservazioni, sono emersi particolari di come spesso le testate ignorino o banalizzino alcuni episodi, concentrandosi solo su notizie dal loro punto di vista più importanti, che si rincorrono da giornale a giornale, sempre uguali, a volte poco pregnanti. «Succede, infatti - hanno raccontato - che la stampa, il web e i telegiornali scartino completamente, o per scelta o per disattenzione, molte notizie, cosicché rimanga solo una “scaletta” di news superselezionate e quasi identiche sui vari prodotti mediali. Queste vengono proposte ovunque come le preminenti, ma spesso rimangono le sole e uniche poste all’attenzione della stragrande maggioranza dei fruitori, che costruiscono il mosaico della realtà che ci circonda solo attraverso quest’informazione mainstream disattenta e gonfia di cliché ritriti. Tutto ciò pone il problema di quanto sappiamo realmente sul mondo e come fare per supplire a queste mancanze».
Il messaggio dei due giornalisti è stato chiaro: è necessario cercare più percorsi di conoscenza, mettere una di fronte all’altra le notizie, confrontare diversi media e fonti d’informazione per avere una visione il più completa possibile del mondo. Solo così si può essere preparati e consapevoli di ciò che accade. Le trasformazioni del pianeta ci vengono inevitabilmente addosso e bisogna essere preparati ad accoglierle e assimilarle in modo critico. Miotto e Scanni hanno posto l’accento sulla loro personale indignazione, scaturita nell’osservare come certi media ritraggano gli extracomunitari negativamente, facendo implicitamente di tutta l’erba un fascio. «La cosa importante è non abbassarsi mai a generalizzazioni», ricorda Scanni. Un consiglio? Consultare anche qualche testata straniera e interessarsi all’informazione indipendente, per entrare in contatto con più punti di vista possibili. «La responsabilità di fare e ricercare un’informazione più completa e sfaccettata – hanno concluso - ha lo scopo di far scaturire indignazione per ciò che è ingiusto, obsoleto, inutile». L’invito ad ampliare gli orizzonti, a non accontentarsi di una visone del mondo unilaterale e, infine, a indignarsi è attualissimo, perché mai come in questo momento la consapevolezza è gravida di cambiamento.