«Le comunità cristiane non debbono esitare a mobilitarsi, anzitutto sul piano educativo, di fronte ai gravi problemi che mettono a repentaglio sia la pace sia la stessa sopravvivenza dell’umanità sul pianeta Terra». È l’appello lanciato da monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, durante l’incontro, che si è tenuto a Brescia il 26 marzo, sul Messaggio del Papa per la quarantatreesima Giornata mondiale della pace, promosso dall’Alta Scuola per l’Ambiente, Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa e Alta Scuola di Economia e relazioni internazionali dell’Università Cattolica. «Non si tratta di essere ecologisti per moda o per hobby» - ha puntualizzato il relatore -: è un’urgenza, che comporta un dovere morale da prendere sul serio, passando prontamente all’azione. Non esistono alternative, perché non esiste un pianeta di riserva: dobbiamo difendere con determinazione la vivibilità di quello che abbiamo».
A livello globale, secondo mons. Toso, «la crisi ecologica si configura primariamente come crisi di solidarietà e di giustizia. L’ecologia ambientale va, pertanto, considerata un bene per l’umanità, un elemento costitutivo del bene comune universale». «La carenza di solidarietà tra Paesi in via di sviluppo e Paesi altamente industrializzati – come denuncia il Papa nel suo Messaggio per la Giornata mondiale per la pace – è anche una questione di giustizia su cui non si può sorvolare», se si vuole giungere «all’instaurazione di un sistema meglio coordinato di gestione e distribuzione delle risorse della Terra».
Sviluppo umano e ambiente, valori e scelte economiche sono congiunti oggi in modo inestricabile. «Una cultura fondata sulla speranza per il futuro percepisce che lo sviluppo dev’essere integrale, orientato alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo, senza separare l’educazione dalla governance dei processi dai quali dipende la salvaguardia del creato – ha sottolineato il direttore di Asa Pierluigi Malavasi -. In occasione della giornata della pace, papa Benedetto XVI ha ricordato che «l’ambiente naturale è stato donato da Dio a tutti gli uomini e il suo uso rappresenta per noi una responsabilità verso le generazioni future e l’umanità intera. Il rispetto del creato riveste grande rilevanza, anche perché la creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio e la sua salvaguardia diventa oggi essenziale per la pacifica convivenza dell’umanità» (Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato, 2010, 1).
Dopo i saluti del Direttore del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa Evandro Botto e del direttore dell’Asa, e la lectio di monsignor Toso, le conclusioni sono state affidate al direttore del master in Cooperazione internazionale per lo sviluppo Simona Beretta.