I racconti e le trame veicolati dai media contemporanei non sono semplice “fiction”: essi costituiscono piuttosto strumenti narrativi che ci consentono di dare un senso alla nostra esperienza; di conseguenza, i racconti erogati dai media orientano costantemente le nostre opinioni e perfino le nostre scelte personali.
Sulla base di questa convinzione il centro di Bioetica dell’Università, il dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo e l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) hanno deciso di collaborare per dare vita a un Laboratorio di Bioetica e Cinema: quattro incontri dedicato ciascuno a guardare e discutere un film che ponga in modo serio problematiche di ambito bioetico. L’iniziativa, che si svolge il venerdì pomeriggio dalle 14.45 alle 18.30, è libera e aperta a tutti gli studenti e i docenti interessati.
Si comincia il 28 febbraio con Gattaca (A. Niccoll, 1997), sul tema della possibile “perfezione” genetica e delle sue conseguenze. Si continua il 14 marzo con Mare dentro (Alejandro Amenabar, 2004), dedicato alla questione eutanasia; i problemi collegati alla donazione di organi è al centro de La custode di mia sorella (Nick Cassavettes, 2009), in programma per il 28 marzo. Il ciclo di incontri si conclude l’11 aprile con la proiezione e la discussione de Lo spazio bianco (Francesca Comencini) sulle questioni legate a maternità e aborto.
Ogni incontro viene accompagnato da una presentazione che evidenzia tanto gli aspetti bioetici quanto quelli linguistici del film, e seguito da una discussione. Sul sito del centro di Bioetica verranno infine pubblicate alcune schede complete di analisi e discussione dei film, per ulteriori approfondimenti.