La zootecnica del nostro territorio, e in particolare la filiera latte, ha grandi potenzialità e può guardare al futuro con speranza. È quanto emerge dal convegno “Sostenibilità, opportunità e criticità nella filiera latte post 2015”, organizzato nella sede di Piacenza dell’Università Cattolica dall’Istituto di Zootecnica della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, con il patrocinio del Comitato italiano della Federazione internazionale latte (Fil/Idf) - e della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e in collaborazione con Pronutrigen - Centro di Ricerca sulla proteomica e nutrigenomica della Cattolica.
Sostenibilità significa soddisfare il presente, senza compromettere il futuro: un’esigenza che vede coinvolta soprattutto la filiera del latte nella prospettiva di grandi cambiamenti che si attueranno dopo il 2015 quando non ci saranno più le quote latte e si dovranno affrontare i problemi legati alla sostenibilità della filiera sia dal punto di vista produttivo sia da quello della trasformazione.
Dopo i saluti di Lorenzo Morelli, preside della facoltà, il professor Giuseppe Bertoni, vicepresidente della Fondazione Invernizzi, si è soffermato sulla vivacità che caratterizza il settore zootecnico, «in grado di affrontare le sfide del futuro purché si equipaggi adeguatamente in termini di formazione e di competenze tecniche».
L’intervento del professor Marco Trevisan è stato incentrato sul significato di sostenibilità, ricordando che un miliardo di persone sono sottonutrite, mentre un altro miliardo è sovralimentato, sostenendo la necessità di porre fine agli enormi sprechi alimentari. Luigi Calamari, docente dell’Istituto di Zootecnica della Cattolica, ha affrontato il tema del benessere animale e della sua valutazione. «L’aspetto più importante - ha detto - riguarderà il benessere e la sostenibilità degli allevamenti: gli animali sono molto più esigenti del passato e dunque occorre adeguarsi in modo da garantire una produzione di latte con caratteristiche ottimali». Il professore ha anche mostrato risultati di varie prove dai quali viene messo in evidenza - utilizzando il sistema di valutazione del benessere messo a punto dall’Istituto piacentino - che allevamenti molto produttivi presentavano condizioni di benessere migliori di quelli piccoli con produzioni più contenute.
Alle prospettive dei mercati nel dopo quote è stato dedicato l’intervento di Paolo Sckokai, docente di Economia ed estimo rurale della Cattolica: «Il vero tema cruciale - ha detto il professore - non sarà tanto il tema delle quote, ma soprattutto quello della volatilità dei prezzi. Per reagire a questa situazione gli allevatori europei dovranno imparare a gestire strumenti finanziari appositi, come accade negli Usa: solo così potranno essere affrontati questi elementi di incertezza». Nella sessione pomeridiana coordinata dal professor Paolo Ajmone Marsan, Daniele Rama, direttore dell’Osservatorio sul mercato dei prodotti zootecnici della Cattolica, ha presentato una serie di dati che evidenziano come molte aziende abbiano chiuso negli anni a causa degli indebitamenti.