«Tutta l'attività di studio, di ricerca e di sperimentazione di Guglielmo Marconi è stata orientata a ideare e utilizzare le tecnologie per il bene dell’uomo». È uno dei passaggi più significativi dell’intervento con cui la principessa Maria Elettra Marconi ha voluto ricordare il padre Guglielmo, Premio Nobel per la Fisica nel 1909, lo scorso 15 marzo al Policlinico Gemelli in occasione della cerimonia di apertura del meeting internazionale “Moderna radioterapia, nuovi standard terapeutici e misura dell’efficacia delle cure”. Alla presenza della principessa Marconi i partecipanti al convegno, giunti da tutto il mondo, hanno voluto rendere omaggio al celebre inventore delle onde radio nel centenario del Premio intitolato ad Alfred Nobel a lui assegnato.
«Mio padre - ha detto una Marconi visibilmente commossa - rappresenta un grande esempio per i giovani ricercatori: a soli 35 anni aveva già messo a punto la maggior parte delle sue invenzioni». Una scienza che non nega le ragioni della fede. «Da scienziato - ha proseguito - non ha mai smesso di essere credente e di ringraziare Dio per avergli dato la possibilità di utilizzare le forze della natura per aiutare l’uomo».
Il momento più emozionante della cerimonia è stato la consegna a uno dei più grandi radioterapisti mondiali, il prof. Carlos A. Perez, al termine della sua lettura magistrale dedicata alle nuove tecnologie nella cura del cancro, di una speciale moneta commemorativa elaborata appositamente dalla Zecca per celebrare il centenario del Premio Nobel allo scienziato Marconi, da parte del direttore del Policlinico Gemelli Cesare Catananti, del preside della facoltà di Medicina della Cattolica Paolo Magistrelli e della stessa Marconi.
Il Meeting internazionale, divenuto ormai uno degli appuntamenti principali per la radioterapia mondiale, è stato promosso dal dipartimento di Bioimmagini e scienze radiologiche del Policlinico Gemelli, dalla cattedra di Radioterapia e dalla scuola di specializzazione in Radioterapia dell’Università Cattolica di Roma, con il patrocinio dell’Associazione italiana di radioterapia oncologica (Airo). L’uso corretto e appropriato delle nuove tecnologie introdotte in radioterapia oncologica. È stato questo il filo rosso del meeting, che ha affrontato le tematiche in un’ottica multispecialistica, grazie al contributo di radioterapisti, chirurghi, oncologi medici, patologi e fisici, secondo le più avanzate metodologie di training.
«Il Corso - ha spiegato il professor Numa Cellini, docente di Radioterapia alla Cattolica di Roma e coordinatore del Meeting insieme ai colleghi Vincenzo Valentini e Alessio Morganti - è dedicato allo studio dell’uso appropriato delle nuove tecnologie per la cura della salute dell’uomo. Abbiamo voluto tributare un omaggio a Guglielmo Marconi perché rappresenta l’esempio migliore da seguire. Peraltro – ha continuato Cellini - noi radioterapisti gli siamo debitori. In passato la “Marconi terapia” era molto utilizzata anche dai radioterapisti nel trattamento di patologie quali artrosi, artriti, lombalgie, contratture muscolari, mentre oggi la nostra attività è concentrata nella cura dei tumori. Oggi siamo qui a studiare – ha concluso Cellini - la possibilità di sostituire ai raggi X, scoperti proprio lo stesso anno delle onde radio, con fasce di particelle pesanti, come i protoni e gli ioni di carbonio, per andare verso una terapia che sia sempre più precisa nel colpire il bersaglio evitando così di danneggiare i tessuti sani».