Dialogo. È un termine che ricorre più volte nell’enciclica Laudato si’ per indicare alcune possibili linee di orientamento e azione. Ed è quello che ha voluto fare l’Alta Scuola per l’Ambiente (Asa) con il convegno internazionale, ispirato al documento di Papa Francesco, a cui è stato dato come sottotitolo “Niente di questo mondo ci è indifferente". Un’iniziativa promossa in collaborazione con il Faraday Institute della University of Cambridge.
Le crisi ecologiche di oggi richiedono con urgenza delle risposte scientificamente valide ed eticamente generative rispetto al valore dell'umano e dell'ambiente, afferma nell’avvio del convegno il direttore di Asa Pierluigi Malavasi. Ma qual è il posto della politica? Il principio di sussidiarietà conferisce libertà per lo sviluppo delle capacità presenti a tutti livelli, ma al tempo stesso esige più responsabilità verso il bene comune da parte di chi detiene più potere. Il mondo ha bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendolo in un dialogo interdisciplinare.
Dai temi delineati da papa Francesco nell’enciclica esce un progetto compositivo: ne sono convinti molti dei numerosi relatori presenti al convegno parlando di dialogo sull’ambiente nella politica internazionale, dialogo verso nuove politiche nazionali e locali; dialogo e trasparenza nei processi decisionali; politica ed economia in dialogo per la pienezza umana, le religioni nel dialogo con le scienze.
L’enciclica richiama alla necessità di un incontro tra le stesse scienze, «dato che ognuna è solita chiudersi nei limiti del proprio linguaggio, e la specializzazione tende a trasformarsi in isolamento e assolutizzazione del proprio sapere». Su questo aspetto in modo particolare si è soffermato l’assistente ecclesiastico Claudio Giuliodori indicando l’Università come il luogo privilegiato per avere uno sguardo globale sull’ambiente. La capacità sinergica della scienza, dell’economia e della teologia possono orientare al bene comune e alla corresponsabilità dei popoli. Nei tre capitoli che concludono l’enciclica, l’azione politica, le scelte economico-finanziarie e i percorsi pedagogici sono considerati strettamente correlati.
Per il rettore Franco Anelli, intervenuto ad aprire la seconda sessione della giornata, serve una conversione interiore, non un moto rivoluzionario. Quello dell’ecologia integrale dovrebbe essere un problema umano e sociale. Un problema di coscienza. L’adozione di questo approccio è un invito a leggere insieme umanità e ambiente e a costruire un’alleanza tra generazioni.
Delinea tre prospettive su cui riflettere la studiosa inglese Hilary Marlow del Faraday Institute for Science and Religion, University of Cambridge: l’ecologia, la Bibbia e l’etica delle virtù. La prima prospettiva è collegata alla comprensione dei problemi che il mondo attualmente deve affrontare e al riconoscere che questi sono sintomi interconnessi legati a un “malessere” più profondo. La seconda considera con un maggiore dettaglio la ricca tradizione dei profeti biblici ed esplora come questi testi possono entrare in risonanza con la nostra situazione corrente. Il terzo aspetto corrisponde a quello dell’etica delle virtù, menzionato solo brevemente dall’Enciclica Laudato sì: in questa parte si svilupperà una risposta all’importante questione “come dobbiamo vivere?”.