Negli ultimi anni, tra il 2001 e il 2005, è evidente una tendenza alla diminuzione dei ricoveri in Regime Ordinario (Ro) e un maggior ricorso alle prestazioni in Day Hospital (Dh) in quasi tutte le province considerate, ad eccezione di Trieste, Bologna, Cagliari e Venezia. Nel 2005, si registra un’alta variabilità territoriale, sia per il regime di ricovero ordinario che diurno. I tassi standardizzati di dimissione ospedaliera in regime di Ro sono più elevati a Napoli (uomini: 1.736,14 per 10.000; donne: 1.615,41 per 10.000) e più bassi a Torino (uomini: 970,58 per 10.000; donne: 1.005,88 per 10.000). Per il Dh, Messina è la provincia in cui si osservano i tassi maggiori (uomini: 1.210,66 per 10.000; donne: 1.352,29 per 10.000), mentre a Trieste i tassi minori (uomini: 293,12 per 10.000; donne: 366,47 per 10.000).
Le province metropolitane virtuose quanto alla riduzione dei tassi standardizzati di dimissione ospedaliera in regime di Ro riflettono lo sforzo messo in atto in tale direzione dalle Regioni di appartenenza. Viceversa le aree metropolitane del Meridione riflettono il ritardo delle Regioni in cui sono localizzate ed evidenziano che è possibile ancora un notevole margine di miglioramento in termini di razionalizzazione dei ricoveri in Ro.
Per quanto riguarda la disponibilità dei posti letto ospedalieri per tipologia di attività, è emersa una modesta eterogeneità a livello di provincia metropolitana, con valori che passano da 53,79 (per 10.000) a Roma, a 31,15 (per 10.000) a Napoli. Se si considera il dato disaggregato per tipologia di attività, sono le province del Centro-Nord ad avere un tasso maggiore per la lungodegenza e riabilitazione, mentre non si evidenza un particolare gradiente Nord-Sud per il tasso di posti letto per acuti.
Tra il 2001 e il 2005, si osserva una riduzione dei posti letto per acuti sia a livello nazionale che di singola provincia, mentre la dotazione di posti letto per la lungodegenza e riabilitazione è in lieve aumento. Infine, a Roma, Reggio Calabria, Cagliari, Firenze e Catania, vi è una maggiore presenza del privato accreditato, con tassi che superano il valore di 11 posti letto per 10.000, contro un valore medio nazionale del privato accreditato di 7,98 per10.000.
Rispetto alla tipologia di attività, invece, è possibile notare, a livello nazionale, un tasso di posti letto per lungodegenza e riabilitazione uguale per il pubblico ed il privato. Si noti però che gli interventi di incoraggiamento, di modulazione o di razionalizzazione che sono stati fatti in ciascuna provincia metropolitana per quanto riguarda l’organizzazione dei posti letto per acuti non sono sempre in risposta alla logica del soddisfacimento dei bisogni assistenziali della popolazione residente, ma, talvolta, sono volti a realizzare nelle province metropolitane poli di riferimento per l'assistenza per la regione e per quelle limitrofe e centri per la ricerca e la formazione.
Il Rapporto ha anche analizzato i tassi di posti letto per specialità, interessandosi in particolare dei posti letto in geriatria, ostetricia-ginecologia e pediatria. Il tasso di posti letto, nel periodo 2001-2005, è diminuito per tutte e tre le specialità considerate (-13,71% in geriatria, -18,28% in ostetricia-ginecologia e -14,85% in pediatria). Relativamente al tasso di posti letto in geriatria le uniche province in cui si registrano valori superiori al dato nazionale (3,84 per 10.000 abitanti di età superiore a 65 anni) sono Venezia, Bologna, Reggio Calabria, Trieste e Bari. La maggior parte delle province ha registrato una riduzione del tasso tra il 2001 ed il 2005, tranne Torino (+20,23%), Cagliari (+20,1%), Trieste (+19,1%) e in misura minore Catania (+3,18%). Invece il decremento ha interessato maggiormente Firenze (-36,62%) e Bologna (-30,78%).
Bisognerebbe valutare quanta parte della riduzione registrata in alcune delle province metropolitane sia stata realmente programmata in funzione dei bisogni e della domanda assistenziale per acuti, e quanto non sia frutto di un razionamento “tout-court” dell'offerta. Per quanto riguarda il tasso di posti letto in ostetricia-ginecologia, i valori maggiori si registrano a Genova (12,64 per 10.000), Venezia (11,39 per 10.000) e Bari (11,15 per 10.000). A livello nazionale, nel 2005, il tasso di posti letto in pediatria risulta pari a 13,70 per 10.000 bambini di 0-14 anni. Anche per questa specialità, si osserva un generale decremento ad eccezione della provincia di Palermo dove si registra un aumento del 5,55%.
Carente il personale medico e infermieristico. Andando ad analizzare di quanti medici e infermieri dispongono i cittadini delle aree metropolitane si vede, in primis, che il personale medico e infermieristico non risulta distribuito omogeneamente nei diversi contesti urbani. In Italia, nel 2005, il tasso di personale medico e odontoiatrico presenta una notevole variabilità a livello territoriale, con valori minimi a Trieste (11,13 per 10.000) e massimi a Roma (32,27 per 10.000).
Rispetto ai tassi del 2001, in quasi tutte le province, il numero di medici e odontoiatri è aumentato. Le due province in cui si è registrato il maggior incremento sono state una del Nord (Trieste: +24,78%) e una del Sud (Palermo: +23,86%). Anche per il personale infermieristico si osserva una distribuzione non omogenea (Venezia: 33,15 per 10.000; Bologna: 68,73 per 10.000). Inoltre, alcune province presentano valori più bassi della media italiana (45,25 per 10.000) che risulta molto al di sotto della media Ocse e, rispetto al 2001, ancora in diminuzione, sia a livello nazionale che territoriale.
Con riferimento alle tecnologie sanitarie, i dati per provincia metropolitana mostrano che Tac e risonanze (Rm) non sono distribuite e, pertanto, fruibili dalla popolazione in maniera omogenea sul territorio. Si evidenziano inoltre valori più elevati per la Tac rispetto alla Trm. Anche in questo caso, si osserva una forte eterogeneità territoriale, con Messina che registra valori più elevati sia per la Tac che per la Rm (rispettivamente, 30,45 e 18,27 per milione di abitanti) e Firenze che presenta tassi più bassi per la Tac (14,49 per milione di abitanti), mentre Napoli per la Rm (5,50 per milione di abitanti). Se si analizza il trend 2001-2005, si nota un aumento, per entrambe le tecnologie, sia a livello nazionale che per quasi tutte le province metropolitane. Sarebbe necessario favorire un riequilibrio territoriale nella disponibilità di queste apparecchiature pesanti e, in particolare, andando a verificare in modo congiunto anche il grado di obsolescenza del parco tecnologico.