Laureata due volte in Storia, insegnante (di Storia) e scrittrice di romanzi. Storici. Susana Fortes, sembrerebbe aver fatto di questa disciplina il trait d’union della sua carriera, universitaria prima e lavorativa poi. «Eppure quella di studiare scienze storiche all’Università fu una scelta di gioventù. Anche mio padre insegnava e avevo libri di storia dappertutto in casa, tanto che con i miei fratelli si giocava alla battaglia di Salamina».
Nata a Pontevedra, in Galizia, Susana Fortes è una delle più apprezzate scrittrici spagnole contemporanee ed è stata ospite lo scorso 12 aprile degli incontri promossi da Dante Liano, docente di Letteratura spagnola e Ispanoamericana, con la collaborazione dell’Istituto Cervantes di Milano. I suoi romanzi, da El amante albanés a Quattrocento, continuano a riscuotere un successo crescente di pubblico e di critica, tanto che la scrittrice è una presenza fissa tra i finalisti dei concorsi letterari spagnoli. «Il premio che ricordo con più affetto è il primo che vinsi per Querido Corto Maltés, non tanto per la sua importanza, ma perché indubbiamente un riconoscimento letterario apre le porte e dà credibilità alla tua opera presso il pubblico. Vincerlo con il mio romanzo d’esordio è stato molto importante».
I suoi romanzi prendono generalmente le mosse da fatti storici realmente accaduti. In Quattrocento la scrittrice ha ricostruito la congiura ordita ai danni dei Medici nella Firenze del Rinascimento, che porterà alla loro caduta. Nell’ultimo romanzo, Esperando a Robert Capa, cerca di ripercorrere le tappe della storia d’amore tra il celebre fotografo e la sua fidanzata Gerda Taro, fotografa di altrettanto talento morta tragicamente documentando la Guerra Civile spagnola. «L’anno scorso fu ritrovato in un baule tutto il carteggio tra Capa e la Taro – ha raccontato -. Questo è stato il fatto che mi ha ispirato il romanzo. Poi, come per ogni mia opera mi sono affidata a un grande lavoro di documentazione. Non si può costruire un romanzo storico senza un solido impianto di studi sull’epoca».
Sul boom del romanzo storico in Spagna e nel resto del mondo, l’autrice tende a fare dei distinguo. «In Spagna ci sono molti autori come Cercas, Pèrez Reverte e Martínez de Pisón che scrivono dei romanzi stupendi, che veramente ti fanno rivivere nell’ epoca che descrivono. Ma fenomeni come Falcones o Dan Brown a livello mondiale non fanno parte del romanzo storico propriamente detto. Loro fanno suspense e mistero in epoca storica, una tendenza che incontra il favore del pubblico di fine millennio, che ha perso tutte le sue certezze».
Curioso, infine, è il rapporto che la scrittrice ha sempre coltivato nei confronti del nostro Paese. Il romanzo d’esordio era incentrato sulla figura di Corto Maltese, star del fumetto italiano. Poi, come detto, la consacrazione è arrivata con Quattrocento, un lavoro che l’ha portata per mesi e mesi nelle biblioteche fiorentine per cercare i documenti necessari sulla vita dei Medici. Ma il legame con l’Italia si è rafforzato ancora negli ultimi mesi: «Mia figlia sta studiando nel vostro Paese, e poi ho tantissimi amici qui. L’Italia ha un patrimonio storico e artistico impressionante e le persone hanno un carattere meraviglioso».
Adesso la narratrice tornerà in Spagna a fare lezione ai suoi studenti, giovani immersi nel mondo tecnologico che, però, mantengono intatto l’interesse per la storia, se la si racconta come si deve. «L’importante è stimolare la loro fantasia, non insegnagliela come un insieme di date e numeri, cosa che si faceva quando studiavo io», ha concluso l’autrice prima di invitare tutti al prossimo incontro in Italia, alla Fiera del Libro di Torino dove presenterà l’edizione italiana del suo nuovo romanzo.