di Linda Stroppa

Il cardinale Angelo Scola in aula magna durante la prolusione per l'inaugurazione dell'anno accademico 2011-2012«L’università come laboratorio vivo di cultura viva. Come la immaginò e la volle padre Gemelli. Un laboratorio necessario, perché lo spirito cattolico sappia entrare nel cuore della realtà in ogni momento storico».  È questo l’augurio che il rettore Lorenzo Ornaghi ha fatto a studenti e professori mercoledì 9 novembre, durante l’inaugurazione del 91° anno accademico dell’Università Cattolica.

«L’anno che si apre sarà cruciale», ha detto il professor Ornaghi. «Solo una grande università, che svolga fino in fondo la sua funzione culturale, sarà in grado di rispondere alle sfide del nostro tempo». Perché la nostra vita non è mai semplicemente una comparsa impaurita davanti ai cambiamenti. «Né è il momento di restare immobili, come spettatori attoniti davanti a un naufragio. Ma di riprendere in mano i fili del nostro stare insieme nella società». Un invito rivolto a tutti, ai professori e al personale tecnico. Ma soprattutto ai giovani, veri protagonisti del mondo universitario. «Affermare che lo studente deve essere al centro, non è uno slogan retorico», ha detto Ornaghi. «Non può esserlo nel nostro impegno di docenti, avendo a mente quanto sia rilevante per il bene del Paese saper raccogliere la sfida educativa». E che le parole del rettore della Cattolica non siano un puro auspicio lo dimostrano i numeri delle attività di sostegno allo studio: «Sono circa 3.700 gli studenti esonerati dal pagamento delle tasse universitarie e 6mila quelli che usufruiscono di altre agevolazioni economiche. Inoltre, servizi particolari sono riservati ai 432 studenti disabili dell’Ateneo. «Uno sforzo interamente rimesso a noi, - lamenta Ornaghi - dato che i modesti finanziamenti del Miur sono preclusi alle università non statali».

I giovani sono stati anche al centro dell’intervento del cardinale Dionigi Tettamanzi, presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, per il quale «i ragazzi vanno amati di più. Stimati e valorizzati. Ma anche educati a vivere una libertà vera». Perché, ha spiegato il cardinale, ricordando le parole del Beato Ildefonso Schuster, «le cose nuove possono essere intraprese soltanto da uomini nuovi. Nel frattempo si deve pregare molto».

Per questo, l’inaugurazione dell’anno accademico è iniziata proprio con un momento di preghiera, la celebrazione dell’Eucarestia nella Basilica di Sant’Ambrogio. Un momento «di comunione e di festa», che ha visto studenti e professori seduti gli uni accanto agli altri in una chiesa gremita, e presieduto dall’arcivescovo di Milano Angelo Scola, commosso del suo ritorno nell’Alma Mater, quella stessa Università Cattolica in cui dopo la laurea in filosofia, nel 1967 aveva conseguito il dottorato sotto la guida di Gustavo Bontadini, «non precario luogo di passaggio, ma vero ambito ecclesiale e culturale per la ricerca, l’insegnamento e l’innovazione».

Per il cardinale Scola, l’università ha il dovere «di educare a una conoscenza delle cose che non sia riduttiva», perché la ricerca si trasformi in un dinamismo mosso e alimentato dall’amore. Per questo motivo è essenziale l’impronta “cattolica” del sapere - «che non è un fervorino inesistente da accantonare per poi passare a parlare di scienza, ma un valore da tenere sempre presente come soggetto» - ma soprattutto la sua dimensione pubblica. La ragione, infatti, non si compie finché non rende nota la conoscenza del vissuto, perché «una conoscenza che non desse ragione, anche minimamente, del suo essere - ha spiegato l’arcivescovo - sarebbe inutile», non abbraccerebbe il reale nella sua totalità. Lo studio e la ricerca, invece, sono simili all’innamoramento, come ricorda il teologo Von Balthasar.

Il sapere si conquista solo in un rapporto stabile nel tempo, ha detto Scola ai professori, invitandoli a essere «testimoni onesti della propria conoscenza», nella condivisione e nell’ascolto appassionato dei propri studenti. Un’indicazione che ha ribadito durante la celebrazione in Sant’Ambrogio: «Ascolta e perdona, dice Salomone nel Libro dei Re: è questa la domanda ultima dell’uomo. Prego che l’Università Cattolica possa chieder questo, per ridare sangue a questo Paese esausto e a questa Europa impigliata». Uscire dalla crisi - che prima di essere economica è soprattutto ontologica - è possibile: l’Italia lo ha dimostrato nei 150 anni della sua Unità. «Ma le forze che cambiano la storia sono le stesse che muovono il cuore dell’uomo», come testimonia la mostra allestita da alcuni studenti nel primo chiostro dell’ateneo che il cardinale Scola ha voluto visitare. Ecco l’augurio più vero per l’inizio del nuovo anno accademico.


INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2011-2012
                                                                Milano, 9 novembre 2011




Aula Magna dell'Università Cattolica

Discorso inaugurale del Magnifico Rettore
professor Lorenzo Ornaghi [file pdf]

Saluto del cardinale Dionigi Tettamanzi
Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori [file pdf]

Prolusione del cardinale Angelo Scola [file pdf]
"L’Università e la Nuova Evangelizzazione. Per una presenza stabile, pubblica e universale del pensiero Cristiano"