«Non rimane che aggrapparsi a Dio». È il titolo della mostra fotografica di Giovanni Diffidenti inaugurata lo scorso 11 dicembre e aperta al pubblico fino al 31 marzo 2018, nella sala Pototschnig del Collegio Augustinianum. L’esposizione, realizzata con il sostegno dell’Associazione Agostini semper e di Fotografica – Festival della fotografia di Bergamo, con la collaborazione di different.photography, Festamobile e Associazione Francesco Realmonte onlus, rientra nel percorso di approfondimento sul tema dei migranti, organizzato dal collegio e intitolato La gestione interna del fenomeno migratorio tra diritto d’asilo, ordine pubblico ed esigenze di integrazione, che ha preso avvio lo scorso ottobre con un incontro sull’accoglienza in Italia a cui hanno partecipato il contrammiraglio Nunzio Martello e l’avvocato Enzo Bianco.
Le fotografie e i testi in mostra ripercorrono il reportage di Diffidenti in sei centri di detenzione in Libia, tra Gharyan e Tweshia, e raccontano con forte intensità un aspetto tragico delle migrazioni, fatto di attese e di speranze, l’assurda quotidianità di un’umanità sofferente che, in luoghi in cui persino l’acqua scarseggia, lotta per un futuro migliore in Europa.
L’autore Giovanni Diffidenti è un fotografo professionista di livello internazionale: ha viaggiato nel mondo, dalla Cambogia al Mozambico, dal Laos all’Afghanistan e al Kosovo, per documentare le conseguenze di guerre, inquinamento o disastri naturali sull’uomo, con reportage da freelance o per varie agenzie come Reuters, AP, Agence France-Presse. Ha lavorato per Amnesty International, Unicef, Undp, Unmao, Un-Ocha, Icbl, Ddg, Dca, Cesvi, Faib, Caritas, Npa, WeWorld Onlus e le sue fotografie sono state pubblicate da numerose testate italiane e internazionali come “Al Jazeera English”, “Human Right Watch (HRW)”, “The Times”, “The Independent”, “AFP” e “Internazionale”.