Comunicazione interna. Nell’era del Web sembrava inutile, oggi è necessaria. Non solo nelle aziende: nei periodi di trasformazione è l’Intranet sociale che va curata.
Sabato 12. Dalle Torri dell’East Coast agli Stati dell’Ovest sono sempre i vigili del fuoco i “first responder”: gli incendi aumentano le vittime, mentre sul fronte sanitario si teme un nuovo lockdown. Non si teme in Italia, dove prosegue il tracciamento: la ripresa delle attività preoccupa, la convivenza con il virus è impegnativa, la comunicazione scientifica è informazione essenziale. Avevamo davvero bisogno di un castigo così grande? Ci sarà bisogno di raccontare ancora: la comunic-azione può sempre soccorrerci.
Domenica 13. Comunicazione online per donne: la Chiesa copta è accanto alle madri per imparare nuove tecnologie, anche didattiche in questa pandemia. Anche in Bielorussia le donne sono speranza: una musicista, una casalinga e una manager guidano il movimento di riscatto. Fuoco continuo alla conquista del West: gli incendi distruggono terreni e abitazioni, il climate change imperversa. L’Italia ha salutato Willy Monteiro Duarte e ora deve reimparare a comunicare ai giovani, che oggi sono molto emozionati: domani per (quasi) tutti è il primo giorno di scuola.
Lunedì 14. Buon anno, ragazzi. Dopo le Università oggi più di 5 milioni di bambini e giovani studenti tornano a scuola. Non sono tutti, le criticità persistono, ma sei mesi dopo è un segno che emoziona. L’arte riparte con nuovi direttori: 13 musei per la ripresa, l’Italia ha un patrimonio di eccellenza e la Cultura chiede innovazione. Contagi ancora in crescita: in Israele nuovo lockdown, seconda ondata in Austria, in Nuova Zelanda nuove restrizioni. Comunicazione è interconnessione, in una pandemia: le migrazioni sollevano sfide, in Sala Clementina nasce un “progetto lungimirante”. Siamo interdipendenti davvero.
Martedì 15. In Bielorussia c’è speranza di un cambio storico: le proteste vanno avanti da un mese, le persone non hanno più paura. Comunicazione politica in Italia: domenica le prime elezioni post emergenza, in vista di riforme e nuovi Sindaci. La House of Commons vota il Market Bill: si va verso un’”hard Brexit” e lo scontro con Bruxelles. Acque agitate negli Usa, oggi contro Teheran, non migliora nulla in Syria, fra missili, bombe e miseria. I giovani tornano a scuola e la lezione stavolta la tengono loro: fra precauzioni e mancanze, incertezze e sfide, la campanella digitale ora suona per tutti.
Mercoledì 16. Pax americana in Medio Oriente: Emirati Arabi, Israele e Bahrein firmano gli “accordi di Abraham”, che i palestinesi già considerano un tradimento. Il climate change è sicuramente questione economica: senza interventi, 5 gradi in più fra 80 anni e un costo di 8 punti percentuali di Pil. Sul tema insiste Bruxelles, dove a volte, per comunicare, basta una pallina di tennis. Navalny è tornato, e rassicura: “In generale sono me stesso”, mentre cambia la comunicazione degli incontri: mano sul petto, anzi, sul cuore.
Giovedì 17. Resistono, le donne bielorusse: Maria Kolesnikova rischia fino a cinque anni di carcere. Faceva la flautista, ora ha deciso di comunicare per il popolo. Il mondo continua a scaldarsi, non solo nel West: il fumo è arrivato in Europa e in presenza di un virus il rischio aumenta. Continua anche la campagna presidenziale, la politica entra nella Sanità, promesse e smentite su un vaccino si susseguono: presto non vuol dire sempre sicuro. Non è facile, la trasformazione: the New Normal non è ciò che si desiderava. Ma Covid-19 ha creato anche speranze: comunicare il cambiamento è generare novità.
Venerdì 18. Comunicare non è parlare. A cinque giorni dall’ultimo Angelus, i popoli protestano, la Comunicazione che guida indica di “ascoltare la loro voce”. Ci sono momenti in cui la comunicazione interna si diffonde e l’Intranet sociale diventa realtà: sono i momenti di crisi. Quelli nei quali siamo tutti alleati: per il futuro.