Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Giovanni (Gv 15,1-8)
Siamo tanto più forti quanto più siamo indipendenti. Siamo tanto più liberi quanto più siamo autonomi. Questo tendiamo a pensare e, per questo, l’invito di Gesù a riconoscerci pecore o tralci ci infastidisce, tanto più se la conclusione è: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Sembra davvero troppo, come se non si riconoscesse il dono e il valore che ciascuno porta.
Forse, però, proprio in questo tempo di isolamento e fragilità si può riscoprire il valore di queste parole. Siamo tralici, parti di una vita che abbiamo ricevuto, che ci precede e ci nutre. Siamo legati gli uni agli altri e da soli ci spegniamo, ci secchiamo. Così come gli altri si seccano senza la vita che a nostra volta noi comunichiamo, senza il nostro contributo.
Questo vale per gli affetti così come per il pensiero scientifico. Non si fa ricerca da soli, non si parte da zero. Chi non riconosce nessun debito e non beve da nessuna fonte – spirituale, scientifica o affettiva – non è un genio o un eroe. È semplicemente solo.
L’invito di Gesù a riconoscersi dipendenti non mira a far tenere a tutti la testa bassa, ma piuttosto a tenerla alta, come alberi che portano molto frutto, secondo il desiderio profondo di Dio.
Leonardo Paris, docente di teologia