Il lago di Garda o Benaco, come lo chiamava Virgilio nelle Georgiche, costituisce un patrimonio di straordinaria ricchezza per l’elevato valore naturalistico, culturale ed economico.
La qualità delle acque, le peculiari caratteristiche meteo climatiche e il patrimonio paesaggistico e culturale ne hanno fatto, non a caso, una meta turistica e sportiva nota in tutto il mondo fin dall’antichità.
Tuttavia la sua estensione e varietà di ambienti, il lungo tempo di ricambio delle acque, nonché la collocazione in una delle aree più densamente abitate e industrializzate d'Europa, lo rendono particolarmente vulnerabile agli impatti antropici e agli effetti del cambiamento climatico.
Per tutelare il maggiore lago italiano, posto fra la Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige, sette università - fra cui anche i ricercatori della facoltà di Matematica e fisica dell’università Cattolica di Brescia - CNR, accademie e centri di ricerca, hanno sottoscritto la Carta di Verona per favorire il coordinamento delle ricerche sul lago di Garda e per garantirne uno sviluppo sostenibile.
“Il lago di Garda è un sistema estremamente complesso e delicato le cui dinamiche vanno aggiornate viste anche le mutate condizioni ambientali - sottolinea Alfredo Marzocchi, ordinario di Fisica Matematica. Noi partiremo subito questo mese con una prima azione che scandaglierà il fondo del lago in modo da aggiornare una cartografia ferma agli anni Sessanta, grazie ad un contributo della Fondazione Cariplo, in collaborazione con il CNR di Bologna.”
Il progetto si propone di creare un database ad accesso pubblico contenente dati ambientali relativi alle acque del Garda (profilo del fondo e batimetria accurata).
Università ed Enti pubblici e privati potranno attingere per simulazioni relative al moto delle acque, alla dispersione di inquinanti, alla proliferazione algale e batterica, alla simulazione della risposta del lago ad eventi estremi, alla trasmissione di onde in occasione di eventi calamitosi e ogni modello che risieda fortemente sulla fluidodinamica delle acque.
Senza conoscere nei dettagli il fondale del lago non si potranno applicare gli algoritmi numerici che aiuteranno a simulare i possibili scenari futuri dovuti ai cambiamenti climatici, prendendo in considerazione alcuni aspetti della fluidodinamica del lago.
L’auspicio dei promotori del Cluster Garda è che si riesca a tutelare e valorizzare il lago di Garda in un’ottica integrata, consapevole e di sostenibilità ambientale e che questo impegno sia condiviso in modo interdisciplinare, intersettoriale e territoriale. La collaborazione e il dialogo tra ricercatori ed esperti di diversi ambiti in un quadro internazionale dovranno essere il modello di riferimento della ricerca su un sistema articolato e complesso come quello in esame.