È stato uno degli ultimi docenti della Cattolica a conoscere il fondatore padre Agostino Gemelli. Agostino Fusconi, studente e professore dell’ateneo, ha concluso il suo insegnamento con una serata a lui dedicata dalla facoltà di Economia lo scorso 28 maggio, che si è conclusa con il concerto straordinario della giovane pianista cinese Yuja Wang.
In sala Negri da Oleggio la parte più accademica della cerimonia, con l’intervento del rettore Lorenzo Ornaghi, del preside di Economia Domenico Bodega e dei professori Lorenzo Caprio e Marco Oriani. Un’occasione per riannodare il filo della lunga presenza di Fusconi nei chiostri di largo Gemelli. A partire dalle radici che lo hanno portato nell’ateneo del Sacro Cuore, che lo stesso professore ha ricordato. La madre, un’attivista dell’Azione Cattolica di Armida Barelli, aveva sempre sognato di poter mandare un figlio a studiare in Cattolica ma non ne aveva i mezzi avendo ben cinque figli da mantenere. Fu l’amico d’infanzia Roberto Ruffilli, il politologo ucciso dalle Brigate rosse nel 1988, a convincerlo a “visitare” il clima della Cattolica. Ma restavano i problemi economici e così fu la madre stessa a scrivere a padre Gemelli che ricevette immediatamente il giovane Agostino e gli assicurò che mai il figlio di una sostenitrice sarebbe stato lasciato a casa. Nell’accompagnarlo in Cattolica la mamma gli disse con toni kennedyani: «Ricordati che ogni sera devi chiederti non cosa hai fatto in Cattolica ma cosa hai fatto per la Cattolica».
L’impegno che il professore ha dedicato alla vita universitaria fu volto a cercare sempre di “ricambiare” quel “goodwill” che Padre Gemelli gli ha “affidò” e l’impegno che la madre gli chiese: nel fare lezione, costruendo in aula il tema in modo dialettico; cercando di appassionare gli studenti, proponendo l’analisi dei temi più differenti in un modo critico, sfaccettato, evidenziando le diverse variabili che concorrono a caratterizzarli. Fusconi è stato protagonista sia nella promozione della ricerca che negli altri ruoli direttivi ricoperti. Lavorò per trasformare l’istituto di Aziendale nell’attuale dipartimento di Scienze economiche e aziendali, lanciò la sfida del corso interfacoltà di economia e gestione in Beni culturali e dello spettacolo, sulle cui orme sono stati lanciati il ciclo di letture manzoniane e il ciclo di letture de Le confessioni di S. Agostino. È stato ricordato come precursore degli studi sull’organizzazione e il marketing delle banche. E ancora il suo approccio alla variabile tecnologica nei sistemi finanziari: fu il primo a proporre all’accademia, e non solo, questa fondamentale variabile nella struttura che avrebbe cambiato il sistema gestionale complessivo degli intermediari. Anche la sua intuizione sulla criticità della variabile informativa nell’approccio valutativo dei mercati finanziari ha fatto scuola. Il suo modello di interpretazione dei mercati finanziari ha fatto da traccia anche alle regolamentazioni della Consob e della Borsa Italiana di cui fu chiamato a ricoprire la carica di proboviro. Un impegno che ha caratterizzato anche il suo insegnamento: è uno dei pochi docenti a cui si riconosce lo sforzo di aver prodotto – e di aggiornare continuamente – due manuali fondamentali per i suoi corsi: Banca e intermediazione con i colleghi Loddo e Rossignoli ed Economia e struttura dei mercati degli strumenti finanziari.
Temi a cui è stato dedicato il volume L’informazione come valore. Lezioni di Economia del mercato mobiliare, presentato prima del concerto della pianista cinese. Un libro che offre un’analisi delle variabili e dei fenomeni che concorrono a strutturare e a incidere sulla performance del mercato degli strumenti finanziari. L'analisi si sviluppa rispetto a un orizzonte temporale di estrema incertezza e di pervasività di fenomeni di crisi non prevedibili e misurabili a priori e dedica ampio spazio alle possibili manifestazioni del processo di regolamentazione, sul monitoraggio della variabile informativa nell'incidenza della valutazione nella performance dei titoli, sulla descrizione delle diverse tipologie di modelli di struttura del mercato e dei relativi compiti attribuibili alle differenti figure di intermediari.
Il concerto della giovane pianista Yuja Wang ha rappresentato un momento di alta intensità artistica. Dotata di una tecnica sorprendente ma anche di un tocco e di una profondità espressiva che la rendono interprete unica e ricercata nel panorama internazionale, la Wang anche dal palco dell’aula Magna dell’Università Cattolica ha saputo conquistare il pubblico regalando emozioni proprie della grande musica. Con un ricercato programma che ha spaziato dai lieder di Schuber/Liszt ai preludi di Scriabin e alla sonata n. 6 di Prokofiev ha dimostrato una grande maturità artistica che le permette di arricchire una rigorosa interpretazione musicale con la spontaneità delle emozioni. I due generosissimi bis di Chopin e Stravinsky sono stati il saluto di Yuja Wang a una platea completamente incantata dalle sue note.