Il migliore articolo di rassegna per il 2009 della rivista internazionale Journal of Chemotherapy, uno dei punti di riferimento più importanti al mondo per la ricerca in oncologia, è opera di un gruppo di ricercatori dell’unità operativa di Oncologia pediatrica dell’Università Cattolica-Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma, diretta dal professor Riccardo Riccardi.
«Questo lavoro - afferma il professore - focalizza un aspetto importante relativo alla qualità di vita del bambino con tumore durante la fase della chemioterapia. L’importanza di questo aspetto è riconosciuto dalla motivazione di questo premio». “Gestione farmacologica della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia in bambini con il cancro”: il titolo dell’articolo, pur nell’asciuttezza che caratterizza i lavori scientifici, dà l’idea che parliamo di un mondo di sofferenza, cui non pensiamo volentieri. «Per la verità – spiega Antonio Ruggiero, oncologo pediatra del Policlinico Gemelli, che assieme a Maria Giuseppina Cefalo, dottore di ricerca dell’Istituto di Clinica pediatrica della Cattolica, è primo autore dell’articolo – neppure l’industria farmaceutica dedica alla sperimentazione oncologica pediatrica molte risorse. L’incidenza del cancro nei bambini è meno di un trentesimo di quella degli adulti e dunque si investe meno».
Per questo i ricercatori del Gemelli hanno deciso di scandagliare la letteratura scientifica degli ultimi dieci anni, per un totale di una cinquantina di articoli, per cercare di mettere insieme una serie di suggerimenti terapeutici su come alleviare gli sgradevoli effetti collaterali di ogni chemioterapia. Nel caso di piccoli pazienti, il disagio è ancora maggiore perché i bambini spesso non capiscono la gravità della propria malattia e non riescono ad accettare che i farmaci che servono per farli guarire siano così fastidiosi. «Il bambino vive la chemioterapia quasi come una punizione, e per lui la sensazione di vomito diventa ancora più spiacevole. Questo spesso ha ricadute negative su tutto il programma terapeutico», aggiunge l’oncologo pediatra Ruggiero.
Oggi esistono nuovi farmaci che riducono al minimo il disagio legato alla chemioterapia. «Il problema – continua – è che la maggior parte di questi farmaci sono sperimentati solo nell’adulto perché i tumori in età pediatrica sono rari. Noi abbiamo rivisto tutti i lavori sull’argomento, inclusi quelli in cui la sperimentazione ha riguardato i bambini, e abbiamo classificato i farmaci in base al loro potere emetogeno, cioè la loro tendenza a provocare vomito. In questo modo siamo stati in grado di dare suggerimenti terapeutici per contenere questo disturbo. Crediamo che il merito principale del nostro lavoro sia stato proprio quello di aver sottolineato l’importanza di questo aspetto e di aver stabilito una correlazione fra un adeguato trattamento contro il vomito e l’intensità della chemioterapia. Speriamo che questi suggerimenti possano aiutare altri oncologi pediatrici ad affrontare gli stessi problemi». Ogni anno presso l’Oncologia Pediatrica del Gemelli vengono diagnosticati e curati circa 70 nuovi casi.