Stella Homes, è la targa che si legge all’ingresso di Thirukkovil, un villaggio nella costa Est dello Sri Lanka, quasi completamente raso al suolo dalla furia distruttrice dello tsunami. È posta lì in memoria di Federico Stella, avvocato e professore di Diritto penale per oltre trent’anni all’Università Cattolica del Sacro Cuore. È stata sua l’idea di costruire 30 case, da donare a 30 famiglie di Thirukkovil. Un gesto per dare conforto alla popolazione colpita dallo tsunami, dopo essere stato lui stesso tra i sopravvissuti al devastante maremoto che il 26 dicembre 2004 colpì le coste del sud-est asiatico provocando più di 300mila vittime.

È l’aprile 2005 quando a Thirukkovil cominciano i lavori. Verso la fine dell’anno, le abitazioni sono quasi pronte: mancano solo i vetri delle finestre, le porte e i tetti di alcune case. Ma il progetto subisce una battuta d’arresto. Prima, il riacutizzarsi del conflitto tra guerriglieri separatisti tamil delle Tigri per la Liberazione della Patria Tamil (Ltte) e l’esercito governativo, poi, la prematura scomparsa nel luglio del 2006 del professor Stella interrompono progressivamente le attività di costruzione.

La signora Renata Stella con il figlio Giovanni, al centro, durante la festa per la consegna delle case intitolate a Federico StellaLa sua famiglia, però, non si arrende. Così, nel 2008 i lavori riprendono per essere completati nel 2009. Lo scorso 12 agosto la moglie Renata e Giovanni (al centro nella foto), uno dei tre figli, alla presenza di un ministro del governo dello Sri Lanka, hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione di quello che potrebbe essere il primo nucleo di un villaggio più grande. «Le case, consegnate all’inizio di luglio, sono al momento 23 - racconta Renata Stella -: purtroppo sette sono andate distrutte nel corso della guerra. Qualcuno si è offerto di occuparsi della ricostruzione. Vedremo. In realtà, aspettiamo anche che prenda forma l’impegno del governo di dotare il territorio di migliori infrastrutture. Se così sarà, con i miei figli sto pensando di costruire una scuola».