Un Paese che offre nuove occasioni occupazionali per le professioni sanitarie. La Svezia è stata al centro del seminario che si è svolto lo scorso 8 novembre nel campus di Roma dell'Ateneo per iniziativa di Eures, ministero del Lavoro, in collaborazione con il corso di laurea in Infermieristica e il servizio Stage e Placement della sede.
"Lavorare all’estero: opportunità in Svezia nell’ambito medico-sanitario" è stato introdotto da Antonio D’Aimmo, dirigente della Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II di Campobasso, ed è stato aperto dall’intervento di Anna Melinelli, funzionario della Direzione Generale per le politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione, che ha presentato la rete Eures italiana e in particolare i progetti attivi nel settore sanitario. Il consulente Eures Pietro Ruggiero ha poi illustrato le potenzialità del portale europeo della mobilità professionale.
Due relatrici svedesi, quindi, hanno parlato più specificamente delle condizioni di vita e di lavoro in Svezia e delle forti richieste di infermieri: «Oggi siamo già sotto organico di 2.700 unità, e si stima ne servano circa 38.000 nei prossimi dieci anni», ha spiegato Mia Myrgren. «Stipendi alti e assistenza all’avvio della carriera sono garantiti. Ma si chiede anche molto: mentalità aperta al lavoro di squadra, spirito di iniziativa e soprattutto un’ottima conoscenza della lingua inglese. In attesa di imparare anche quella svedese».