Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Marco (Mc 12,28-34)
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Qual è il più grande dei comandamenti? Amare Dio e amare il prossimo, risponde Gesù. Una risposta che lo scriba che lo interrogava condivide: sono due comandamenti già dati, che conosce bene. Non è una cosa nuova, il comandamento di amare il prossimo come se stessi: sta scritto già nel Levitico (19,18). Lo scriba conosce i comandamenti, e così non è lontano dal regno di Dio; ma non l'ha ancora raggiunto: perché quella legge, che lui professa, non è in grado di adempierla. «C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo» (Rm 7,18) – così l'Apostolo descrive l'esperienza di questa radicale debolezza, comune a ogni uomo. «Abbiamo bisogno di essere salvati dal male, perché sappiamo molto bene che siamo incapaci di vincere il male da soli, di vincerlo in noi e negli altri», nelle parole di Jean Daniélou, teologo attivo al Vaticano II. Non sarà dunque un comandamento a salvarci, ma una persona. Per questo, scriba, «non sei lontano dal regno di Dio»: perché il regno è l'uomo stesso che hai di fronte. Quell'uomo è il regno: è il Figlio inviato dal Padre, perché prenda la sua creatura sulle spalle e la porti in cielo; perché il loro Amore la raggiunga, attraverso la debolezza della realtà estesa del suo corpo, che è la Chiesa – nel limite della sua umanità, nel mistero della sua divinità. Affinché Dio sia tutto in tutti, e la creatura raggiunga infine la felicità della vita divina.
Marco Giuseppe Rainini, docente di Storia del Cristianesimo, Facoltà di lettere e filosofia