Come evitare di tornare dalle feste più stanchi di prima. Il neurologo Paolo Maria Rossini, direttore dell'Istituto di neurologia del Policlinico Gemelli di Roma ed esperto di disturbi del sonno, spiega quali sono i nemici del riposo che possono causarci uno stress anche maggiore nel periodo delle festività.
Ecco i sette nemici da battere secondo il neurologo del Gemelli.
Rumori. Per dormire bene «abbiamo bisogno di un ambiente riparato da luci e rumori forti. Solo che nei giorni di feste tra botti, tappi di spumante e chiassose riunioni familiari, chi vive negli appartamenti dalle pareti sempre più sottili rischia parecchi suoni molesti in più».
Temperatura. «La stanza deve essere né troppo calda, né troppo fredda (16-18 gradi). Ed è importante che sotto le coperte si crei un microclima intorno ai 30 gradi, alleato del riposo».
Umidità. «Se l'aria nella camera da letto è troppo secca, le mucose ne risentono e si moltiplica il rischio di russamento. Mai dimenticare, neanche in vacanza, di appendere gli umidificatori ai caloriferi», raccomanda.
Abbuffate. «Il buon sonno non gradisce uno stomaco super-pieno, dunque il consiglio dopo i cenoni è quello di aspettare diverse ore prima di mettersi a letto. Se il sangue è impegnato a livello dello stomaco, alle prese con la digestione, non potrà irrorare come si deve il cervello e questo crea problemi di sonno».
Alcol. «È un cattivo compagno, illude di riposare ma invece regala disturbi».
Cibi speziati. «Sono degli stimolanti e gli effetti durano per qualche ora».
Stress da performance, parenti e liste delle cose da fare. «Durante le feste siamo assillati da impegni e incombenze che sostituiscono quelli del lavoro. E anche i rapporti parentali e amicali rischiano di complicare il nostro stato emotivo. I nodi vengono al pettine nottetempo, e arriva l'insonnia».
«Il consiglio è quello di smettere di inseguire la performance perfetta, la cena stellata, gli addobbi da rivista, i regali e le scadenze. Lo stress da Natale ci intrappolerà e arriveremo alla fine delle feste più stanchi, più stressati e anche più poveri. Invece - suggerisce il neurologo, che confida di amare “da sempre” il Natale - cerchiamo di programmare di meno e imparare dai bambini a riscoprire il miracolo e l'incanto del presepe, dell'albero, dei pomeriggi insieme e dell'attesa dei doni. Anche il freddo aiuterà ad apprezzare di più il clima natalizio e a ricaricarci grazie alla sua magia».