di Velania La Mendola
Spesso è consigliabile stare alla larga da quei libri che contengono nel titolo qualche tipo di obbligo o esclusività. Non è questo il caso di Parole oltre. I libri che i cattolici devono leggere (Edizioni dell’asino, 264 pp., 16 euro, anche ebook) di Roberto Righetto, giornalista di lungo corso di Avvenire e oggi coordinatore della rivista “Vita e Pensiero”. Non lo è perché non c’è neanche una riga del libro in cui l’autore si metta sul piedistallo della verità, ci sono invece molte pagine interessanti per chi sia in cerca di consigli ragionati e sinceri su una biblioteca ideale e contemporanea (50 i titoli raccolti) di un cristianesimo che è fatto di umanità e cultura.
Tra gli autori consigliati troviamo ad esempio Amos Oz, Milan Kundera, Erri De Luca, Bernanos, Grossman, Aleex Langer, Guitton, anche il premio Nobel Albert Camus, tornato in auge in questi giorni di epidemia per la sua opera La peste e considerato in queste pagine l’intellettuale cui ispirarsi come modello. Righetto ne consiglia però un altro titolo, L’estate e altri saggi solari (Bompiani), di cui cita questo brano: “Esiste una volontà di vivere senza rifiutare nulla della vita, ed è la virtù che io onoro di più in questo mondo”; è infatti un libro che “consente di comprendere la sua anima, mai immiserita dalle angustie del vivere e sempre pronta a cogliere il lato positivo del cuore dell’uomo”.
A sentimenti più foschi ci conduce un altro consiglio di lettura, ossia Giuda (Jaca Book 1975) di Lanza del Vasto, autore molto particolare come spiega Righetto: “Poeta, teologo, apostolo della non violenza sulle orme di Ghandi da cui si recò nel 1937 e di cui divenne discepolo pur rimanendo cristiano”. Il romanzo mostra un Giuda verosimile, umano, “universale onnipresente amico del bacio”, preda delle sue seduzioni intellettuali, impegnato a disseminare dubbi tra i discepoli con la sua intelligenza e sempre sconfitto da Gesù, che in un crescendo arriva al suicidio con parole che lasciano sgomenti. Un’opera mirabile e spaventevole, chiosa Righetto, che continua a interrogarci.
Sono solo due tessere di questo mosaico composto da un lettore esperto, a cui aggiungiamo un'ultima suggestione tratta dal capitolo dedicato a Interfacce della parola di Walter Ong, che Righetto inizia così: “Siamo abituati a pensare che la parola cattolico, dal greco katholicos, abbia il significato di universale, vale a dire inclusivo, che racchiude, ma più precisamente il vero senso del termine (kata + holos, attraverso il tutto) sta per estroverso, in espansione. Quello cattolico è un modello aperto, non un sistema chiuso”.
Un pensiero della prefazione, firmata dal filosofo Silvano Petrosino, bene inquadra infine lo spirito di questo percorso più che bibliografico: “La cultura, qui affrontata soprattutto in relazione a quell’oggetto particolare che è il libro, non può mai essere ridotta a un nobile ornamento per anime belle”. Essere lettori intelligenti e curiosi è l’invito di Righetto.